«Attualmente c'è una situazione allarmante per l’occupazione delle terapie intensive in Friuli Venezia Giulia, oltre la soglia del 10%, e la Provincia autonoma di Bolzano. La situazione è preoccupante anche in Veneto. In generale, se non verrà applicata in modo stringente la norma sul green pass e non si incentiveranno le terze dosi, potremmo raggiungere una situazione drammatica nel giro di un mese e mezzo circa in tutto il Paese». Così all’Ansa il presidente dell’Associazione anestesisti rianimatori ospedalieri, Alessandro Vergallo. «Chiediamo che la durata del green pass sia 6 mesi, dato il calo di efficacia del vaccino dopo tale periodo».
I sindacati
Nei territori di Trieste e Gorizia si registra una «crescita esponenziale» dei contagi da Covid 19. "Mentre scriviamo nel principale pronto soccorso della città, risultano 20 pazienti ventilati in attesa di posto letto». Per questo, «in considerazione del repentino e progressivo aggravarsi dello scenario locale, siamo a chiedervi, nella misura del possibile, il supporto della vostra associazione al sistema sanitario locale». E’ l’sos lanciato da Fp Cgil, Fials e Nursind in una lettera datata Trieste e inviata a Medici senza frontiere in cui si chiede supporto medico e infermieristico per far fronte a una situazione «drammatica». Oggi «il sistema sanitario locale - scrivono i sindacati - già storicamente in grave sofferenza per la carenza degli organici, rischia di non essere più in grado di rispondere ai bisogni sanitari dei cittadini. La pressione sulla necessità di posti letto, da quanto dichiarato dallo stesso direttore dell’Azienda sanitaria universitaria giuliano isontina, pare avere raggiunto livelli addirittura più elevati di quanto avvenuto in località simbolo della pandemia come Codogno». L'azienda «pur disponendo delle necessarie apparecchiature per la ventilazione, non è provvista di personale sufficiente per l'utilizzo di tale strumentazione», anche a fronte della sospensione di professionisti specializzati, «che oltre a non garantire la normale copertura dei turni - sottolineano - non consente di formare le poche unità che il sistema tenta di recuperare con la chiusura di reparti ospedalieri ordinari».
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