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Natale è alle porte, il Governo spinge per il "super green pass": "Premiamo vaccinati, no gli egoisti"

Con il Natale alle porte, l’attuale aumento dei casi e la previsione di un’impennata in inverno, il governo spinge sull'acceleratore e si appresta a varare il cosiddetto «super Green pass» che arriverà «molto probabilmente a dicembre», dice il ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta. Una misura pensata per tutelare maggiormente - o "premiare" - i soggetti vaccinati, ma che inevitabilmente è destinata a creare polemiche e malumori. L’argomento sarà comunque in cima all’ordine del giorno della riunione che il premier, Mario Draghi, farà all’inizio della prossima settimana, probabilmente martedì, con le Regioni che, per la maggior parte, si sono dette a favore della stretta per evitare nuove chiusure.

«Prendiamo le decisioni che servono per garantire la libertà di chi ha fatto il suo dovere di cittadino vaccinandosi», ripete anche oggi il governatore della Liguria, Giovanni Toti, che chiede al governo di «fare in fretta». «Se l’alternativa diventa chiudere un teatro o una piscina per tutti o solo per chi non è vaccinato, io non ho dubbi», ribadisce il presidente dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini. Palazzo Chigi, però, è al lavoro anche su altri fronti caldi, tra cui l’obbligatorietà del vaccino per alcune categorie - in primis medici, docenti e forze dell’ordine - e la riduzione della durata di tamponi e Green pass. Da lunedì, poi, si partirà con la somministrazione delle terze dosi per gli over 40, anticipando di dieci giorni la data inizialmente prevista e tornare a garantire la copertura vaccinale ad una corposa fetta della popolazione. La misura più vicina resta comunque quella del Green pass con restrizioni per i no-vax «per non far pagare a tutti l’egoismo di alcuni», come ha detto Brunetta. L’idea del governo - che dovrà poi affrontare la questione dei controlli e degli eventuali risvolti riguardo alla privacy - è quella di limitare la validità del certificato ottenuto con i tamponi solo per l'accesso al lavoro o ai servizi essenziali, esclusi dunque i luoghi di ritrovo, aggregazione e socialità, come cinema, ristoranti o stadi. Le restrizioni avrebbero comunque effetto solo in caso di cambio dei colori delle regioni, che al momento però non sono all’orizzonte.

«Chi non ha il vaccino ma ha solo il Green pass legato al tampone - chiosa Brunetta - subisce i vincoli del cromatismo». Il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, poi conferma che si sta lavorando per «prevedere l’obbligatorietà della terza dose per le categorie per cui è già previsto l’obbligo vaccinale» e la «riduzione della validità del Green pass» che potrebbe passare dagli attuali 12 ai 9 mesi. Sul tavolo anche la riduzione da 6 a 5 mesi del richiamo della prima dose. Misure che, presumibilmente, potrebbero arrivare già nel prossimo consiglio dei Ministri. «Adesso dobbiamo accelerare sulle terze dosi in vista del Natale - gli fa eco il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio -. Ce la metteremo tutta per costruire un Paese che in quel periodo possa rimanere aperto. Dobbiamo portare le persone che non lo hanno fatto a vaccinarsi». «Le terze dosi vanno a rilento. Attenzione al Natale», avverte il direttore sanitario dell’Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano, Fabrizio Pregliasco. Parole che trovano d’accordo l’Organizzazione Mondiale della Sanità che proprio oggi ha invitato l’Europa a "nuove misure» per evitare il rischio di «altri 500 mila morti" entro marzo. Ad oggi sono quasi 4 milioni gli italiani ad aver ricevuto la terza dose, ma da lunedì è attesa l’impennata con l'apertura agli over 40. Le persone completamente vaccinate sono 45,6 milioni, pari al 77% della popolazione e all’84,5% della platea vaccinabile ma resta ancora da convincere il nocciolo duro degli scettici. «Non c'è peggior sordo di chi non vuole sentire - dice il commissario, Francesco Figliuolo -, noi andiamo avanti per la nostra strada. Fortunatamente in Italia l'87% delle persone ha fatto almeno una dose, questi sono i fatti. Noi salutiamo anche quelli che non riescono purtroppo a capire l’importanza della scienza, spero che piano piano si possano convincere. Chi è artefice del suo male ne paga le conseguenze».

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