Venerdì 22 Novembre 2024

Bancarotta, arrestato il presidente della Sampdoria Massimo Ferrero: nei guai un commercialista di Cosenza

E' intorno a uno studio professionale di Acquappesa (Cosenza) che ruota l'intricata vicenda giudiziaria culminata nell'arresto del presidente della Sampdoria, Massimo Ferrero. E' lo studio del commercialista Aniello Del Gatto, nel quale aveva sede legale perché sottoposta a liquidazione una delle società dell'imprenditore romano.

Indagati e ai domiciliari

Ferrero, con la complicità di alcuni congiunti, avrebbe distratto fondi dalla compagine societaria per sottrarli all'intervento dei creditori. Le indagini condotte dalla Guardia di Finanza avrebbero documentalmente accertato la distrazione delle somme e individuato la illegittima canalizzazione dei soldi verso conti correnti e altre società di capitale. Il commercialista calabrese è indagato insieme con Ferrero e per lui sono stati disposti i domiciliari, così come per la figlia dell'imprenditore Vanessa e il nipote  Giorgio. Ma sono nove le persone coinvolte complessivamente nell’inchiesta della Procura di Paola che ha portato in carcere Ferrero. In particolare, ai domiciliari si trova anche Giovanni Fanelli, 53 anni, di Potenza, a cui si aggiungono altri quattro indagati, tutti residenti a Roma e sottoposto oggi a perquisizione. Secondo quanto trapela, al centro dell’indagine ci sarebbe un investimento di Ferrero in provincia di Cosenza, nel comune di Acquappesa, che avrebbe portato al fallimento dell’azienda. Si tratterebbe di un complicato sistema che avrebbe portato il patron blucerchiato a vedersi contestare i reati di bancarotta e altri reati fiscali.

Il "poker" di società

Una delle società coinvolte à la "Ellemme group Srl", azienda che secondo i magistrati si sarebbe accollata complessivamente un debito di oltre un milione e 200mila euro che diverse società del gruppo avevano verso Rai Cinema Spa, «rinunciando così ad incassare i crediti dalla stessa vantati nei confronti di Rai Cinema Spa senza richiedere alcuna controprestazione e senza pattuire interessi-corrispettivi». Una mossa che, si legge nelle carte "cagionava il dissesto della società Ellemme Group Srl'." Tre sono i capi d’imputazione che ricostruiscono la vicenda: l'amministratore unico della "Ellemme" risulta essere Vanessa Ferrero, ma il presidente della Sampdoria, dice la procura, è l'amministratore di fatto. Lo stesso Ferrero, sempre secondo le indagini, risulta anche essere stato nel corso degli anni amministratore unico della 'Global Media srl', presidente del Cda di 'Mediaport spà e amministratore unico di 'Mediaport Cinemas Srl', mentre la figlia è stata anche amministratore unico della 'Ferrero Cinemas srl'. Per quanto riguarda il primo episodio, la Ellemme si sarebbe accollata un debito complessivo di 806mila euro che la Global Media srl, Mediaport Spa e Ferrero Cinemas avevano nei confronti di Rai Cinema; nel secondo capo di imputazione, il debito che finisce sulle spalle della Ellemme è di quasi 209mila euro (contratto da Mediaport srl e Mediaport Cinema) mentre nel terzo ammonta a oltre 239mila accumulati da Mediaport Cinema e Ferrero Cinemas.

I retroscena: la figlia di Ferrero avrebbe sottratto 740mila euro alla società

«Con ripetuti prelevamenti dai conti bancari nella disponibilità della Elleemme Group srl, sia in contante che a mezzo assegni, distraeva l’importo di 740 mila euro, il tutto allo scopo di procurare a sè o ad altri ingiusto profitto e recare pregiudizi ai creditori». Questo quanto si legge nell’ordinanza del gip in riferimento a Vanessa Ferrero, figlia del presidente della Sampdoria, Massimo, finita agli arresti domiciliari nell’ambito di un’inchiesta della procura di Paola che ha portato in carcere il padre.

Libri contabili "rubati" o "distrutti"

«In esecuzione di un medesimo disegno criminoso Massimo Ferrero quale amministratore di fatto della società Ellemme Group Srl dal 7 dicembre 2010 al 23 dicembre 2013» in concorso con il liquidatore della società «sottraevano/distruggevano in tutto o in parte con lo scopo di procurare a sé o ad altri un ingiusto profitto o di recare pregiudizio ai creditori, i libri o le altre scritture contabile, in modo da non rendere possibile la ricostruzione del patrimonio o del movimento degli affari. In particolare il 13 febbraio 2014 veniva denunciato il furto di un’auto, un’Audi, all’interno della quale vi era custodita una borsa in pelle contenente, tra le altre, tutta la documentazione contabile». Questo quanto si legge nell’ordinanza del gip nell’ambito di un’inchiesta della procura di Paola che ha portato in carcere il presidente della Sampdoria, Massimo Ferrero. Nell’inchiesta, che riguarda il crac di 4 società in Calabria, a vario titolo vengono contestati agli indagati la bancarotta fraudolenta aggravata, false comunicazioni sociali e una serie di reati societari. Nel capo di imputazione si fa riferimento anche al fallimento di altre società, come la Blu Cinematografica Srl, la Blu line srl e la Maestrale Srl. Anche in questi casi a Ferrero e agli altri indagati viene contestato di aver distrutto o sottratto in tutto o in parte i libri e altre scritture contabili della società fallita con la stessa modalità.

Il legale: «Lo stanno trattando peggio di Totò Riina»

«Lo stanno trattando peggio di Totò Riina». Così l’avvocato Pina Tenga, difensore di Massimo Ferrero, arrestato oggi a Milano per bancarotta. «Abbiamo fatto istanza alla Procura di Paola - prosegue la penalista - per chiedere che Ferraro possa essere trasferito a Roma per presenziare alla perquisizione e all’apertura di una cassaforte». «Non ho idea di dove si trovi il mio assisto e soprattutto in che condizioni di salute sia» afferma ancora l’avvocato Pina Tenga, difensore di Massimo Ferrero, arrestato oggi per bancarotta. «L'ho sentito per l’ultima volta alle 10.30 questa mattina - spiega -. Da notizie di stampa ho appurato che sarebbe stato trasferito nel carcere di San Vittore a Milano. Ho contattato l’istituto penitenziario, l’ultima volta alle 14.59, ma mi hanno comunicato che non si trova lì. Ho fatto richiesta alla Procura di Paola di trasferimento a Roma con una istanza ma mi è stato detto che non è possibile procedere in quanto, in base ad una relazione degli operanti che hanno proceduto all’arresto, Ferrero ha affermato di essere affetto da alcune patologie».

Si è dimesso da presidente della Sampdoria

Massimo Ferrero si dimette da presidente della Sampdoria, a seguito dell’inchiesta della Procura di Paola che ha portato al suo arresto: lo fa sapere il club ligure in una nota. «Massimo Ferrero, proprio per tutelare al meglio gli interessi delle altre attività in cui opera - si legge -, e in particolare isolare anche ogni pretestuosa speculazione di incidenza di un tanto rispetto all’U.C. Sampdoria e al mondo del calcio, intende formalizzare le dimissioni immediate dalle cariche sociali di cui sinora è stato titolare».

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