Caso Ferrero, inscenato il furto dell'auto su cui c'erano i libri contabili e i documenti finanziari
La macchina rubata e le carte...sparite. Massimo Ferrero per impedire i controlli su due società dichiarate fallite dal Tribunale di Paola nel 2017 avrebbe inscenato il furto di un'autovettura - Audi 58 - sulla quale era custodita una borsa contenente i libri contabili ed i documenti finanziari riferibili alla "Ellemme Group" e alla "Blucinematografica srl", compagini societarie riconducibili al suo gruppo imprenditoriale. La denuncia del furto simulato risale al 13 febbraio del 2014 e viene riportata con evidenza nell'ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip di Paola, Rosamaria Mesiti, su richiesta dei pm Mariafrancesca Cerchiara e Rossana Esposito e del procuratore capo Pierpaolo Bruni. I magistrati inquirenti hanno ricostruito le acrobazie finanziarie dell'imprenditore romano e patron della Sampdoria, partendo già dal 2005. Il lavoro certosino di analisi ha permesso di verificare l'esistenza di bilanci irregolari e di mancati versamenti di imposte e contributi previdenziali per 5 milioni e 900.000 mila euro. Non solo: gli inquirenti hanno accertato la dazione di diritti e la cessione di sfruttamento di opere per 7 milioni e 800mila euro da parte di una delle società avviata al fallimento in favore di una società collegata - sempre del gruppo Ferrero - la "Eleven Finance". Ferrero, ora in carcere, la figlia Vanessa, finita agli arresti domiciliari, sono stati intercettati dalla Guardia di finanza fino a pochi mesi. I colloqui registrati dalle Fiamme gialle testimonierebbero un giro vorticoso di denaro e una significativa mole di affari tuttora in corso sui quali potrebbero essere state avviate nuove indagini.