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Variante Omicron, le richieste delle Regioni: "Potenziate i test e dateci più personale"

«Più fondi per la lotta alla pandemia e più personale per potenziare il tracciamento dei contagi e il sequenziamento, alla ricerca di varianti». Con il numero di contagi ai livelli massimi, è difficile rintracciare i contatti dei positivi e Omicron potrebbe mettere in crisi l’equilibrio che ha assicurato mesi di relativa tranquillità. Domani i governatori si riunisco per la Conferenza delle Regioni, poi vedranno la ministra Mariastella Gelmini, e sul tavolo ci sarà la richiesta di un aiuto, anche da parte dell’esercito, per effettuare i tamponi e isolare le varianti.

La prima sollecitazione

La sollecitazione è partita dall’Emilia-Romagna: la Regione nei giorni scorsi ha chiesto 120 militari per il tracciamento e le vaccinazioni, ma per ora la disponibilità confermata dalla struttura guidata dal commissario per l’emergenza Figliuolo è di otto unità. «Chiederemo - spiega Donato Toma, governatore del Molise e componente dell’ufficio dei presidenza della Conferenza della Regioni - di avere il supporto avuto nella prima ondata, anche con l’esercito per i tamponi» e, aggiunge in vista della cabina di regia e del Consiglio dei ministri del 23 dicembre, "serve una stretta su veglioni e festività: sono motivo di assembramenti».

Nuova flash survey

Il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha annunciato per domani una nuova flash survey, con un nuova verifica della prevalenza delle diverse varianti, per capire quanto sta crescendo Omicron. La nuova più contagiosa variante sembrerebbe circolare di meno in Italia, e questo ci darebbe qualche giorno di vantaggio rispetto ad altri Paesi europei. Ma la prudenza dei governatori, alcuni dei quali stanno pensando di anticipare la stretta di fine anno - come Vincenzo De Luca, che in Campania ha vietato le feste nei locali, e Nicola Zingaretti, che domani valuterà l’obbligo di mascherine all’aperto per almeno un mese - è anche dettata dal fatto che dietro l’apparente minore circolazione di Omicron c'è la minore capillarità nel cercarla.

«Va aumentato il sequenziamento»

E lo rimarca anche Guido Rasi, consulente del commissario all’emergenza Covid Figliuolo, per il quale il sequenziamento del virus va aumentato «in modo sostanziale», «70 laboratori per 60 milioni di italiani sono pochi": «Si raccolgono pochi dati e lentamente. Rischiamo - ha spiegato parlando in tv a Mezz'ora in più - di sapere tardi la portata dell’andamento del virus, ritardando decisioni importanti». Anche per Roberto Battiston, direttore dell’Osservatorio epidemiologico sul Covid dell’Università di Trento, il sequenziamento «batte molto la fiacca rispetto ad altri paesi europei» ed «è come andare a fari spenti nella nebbia». Non è d’accordo però Anna Teresa Palamara, direttrice del dipartimento Malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità, che ricorda che «siamo classificati dal Centro europeo per il controllo delle malattia Ecdc tra i paesi virtuosi": «In Italia siamo in grado di seguire l’evoluzione delle varianti del virus SarsCoV2 sul territorio con una precisione elevata», con una rete di laboratori impegnati nell’attività di sequenziamento «che andrà comunque implementata».

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