Mercoledì 20 Novembre 2024

Il tribunale concede i domiciliari a Corona, "patologia psichica, si curi a casa"

Fabrizio Corona può scontare la sua pena a casa. Il Tribunale di Sorveglianza di Milano ha concesso all’ex re dei paparazzi il differimento pena per un anno, nelle forme della detenzione domiciliare. Secondo i giudici, infatti, ha bisogno di cure per via della sua patologia psichiatrica e dovrà quindi continuare a fare terapia fuori dal carcere. «La condizione psicopatologica di Corona permane anche attualmente», è scritto nel provvedimento notificato oggi ai difensori, gli avvocati Ivano Chiesa, Antonella Calcaterra e Cristina Morrone. E anche «l'apparente equilibrio e serenità che il condannato sembra avere raggiunto nel recente periodo sono ancora estremamente precari». La decisione assunta dalla Sorveglianza, con il collegio presieduto da Paola Corbetta, è in linea con quanto stabilito lo scorso settembre dalla Cassazione che ha annullato, in parte con rinvio, il provvedimento con cui la stessa Sorveglianza aveva revocato il differimento pena concesso a Corona nel 2019. Revoca che era arrivata per via di una serie di violazioni delle prescrizioni. «Permangono i presupposti - ritengono i giudici - che avevano indotto il magistrato di sorveglianza a concedere, in via provvisoria, il differimento dell’esecuzione della pena nella forma della detenzione domiciliare». Nell’atto si legge che Corona in questi mesi «ha mantenuto per tutto il percorso di cura l’astinenza dalla cocaina e per quanto attiene alle problematiche sanitarie psichiatriche, egli continua a essere seguito da uno psichiatra privato, dichiara di assumere la terapia in modo costante prescrittagli dallo specialista». Inoltre, secondo i giudici, che hanno respinto la richiesta di una nuova perizia psichiatrica avanzata dalla Procura Generale, "a seguito delle autorizzazioni concesse dal magistrato che hanno consentito a Corona di riprendere attività professionali e di metterlo alla prova rispetto alla realizzazione delle riflessioni introspettive effettuate durante la carcerazione e/o detenzione domiciliare, non sono state segnalate a quel servizio violazioni e Corona appare sempre più sereno». Ecco allora che «pur prendendo atto delle pregresse condotte inadeguate, censurabili e integranti violazioni delle prescrizioni, la sostanziale aderenza al dettato prescrittivo protrattasi ormai da diversi mesi, induce fondamentalmente a formulare una prognosi positiva circa la sua futura osservanza delle limitazioni connesse alla misura domiciliare».

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