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Covid: contagi nel pronto soccorso di Lecce, chiesta l'apertura del Dea

Il dipartimento costato 75,4 milioni di euro, funziona solo come ospedale Covid. Il segretario provinciale della Cgil Funzione pubblica, Floriano Polimeno: "Ritardi nell’inaugurazione effettiva della nuova struttura"

Ospedale Vito Fazzi Lecce

Due contagi da Covid-19 hanno interessato, in questi ultimi giorni, il personale sanitario del Pronto soccorso dell’ospedale Vito Fazzi di Lecce, secondo quanto rende noto la Cgil che chiede alla Asl l’apertura a pieno regime del Dea (Dipartimento di emergenza e accettazione).

Costato 75,4 milioni di euro, è stato aperto con procedura d’urgenza per far fronte all’emergenza pandemica, ma ad oggi funziona solo come ospedale Covid e non, quindi, al pieno delle sue potenzialità. «Non riusciamo a comprendere i motivi alla base del ritardo dell’inaugurazione effettiva della nuova struttura - sostiene il segretario provinciale della Cgil Funzione pubblica, Floriano Polimeno - eppure è arcinoto come l’attuale sede del pronto soccorso sia inadeguata, perché non garantisce dal punto di vista logistico percorsi garantiti per i casi di Covid». «L'astanteria da 12 posti - spiega Polimeno - è piena e i pazienti, purtroppo, sostano per giorni in fila nei corridoi. Tra l’altro, spesso è difficile controllare l’accesso dei parenti nella struttura. La preoccupazione degli operatori è di lavorare in un ambiente a rischio contagio, per loro e per i pazienti. Purtroppo oltre al Covid devono combattere anche contro burocrazia e logistica».

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