La priorità è restare aperti. Ma la gestione del super green pass (rafforzato) per prendere un caffè al bar solleva perplessità nei gestori di bar e locali. Che evidenziano l'aumento dei costi ma anche la difficoltà concreta ad attuare la nuova indicazioni in arrivo per frenare la crescita dei contagi. «Il caffè con il green pass rafforzato? Sarà un pò difficile da gestire, visto che ci vuole più tempo per controllare un certificato vaccinale che per bere una tazzina - afferma il presidente della Fiepet la federazione della Confesercenti che riunisce i pubblici esercizi - Ma anche se è una complicazione in più, la priorità rimane poter lavorare in sicurezza e mantenere aperte le attività».
Il green pass rafforzato?
«Certo non è pensabile per il caffè al bancone: in Italia si prendono 30 milioni di caffè al giorno. I controlli sarebbero impossibili», afferma il direttore generale di Fipe Confcommercio, Roberto Carugi. Certo tutti hanno chiaro il ricordo del lockdown e anche la difficoltà nella gestione del servizio con 'asportò che ha caratterizzato la transizione alla ripresa della piena attività. «Abbiano due scenari - sintetizza Carugi -da un lato le chiusure dall’altro le cautele. E’ evidente che non c'è battaglia». «Anche se è una complicazione in più - dice anche Banchieri - la priorità rimane poter lavorare in sicurezza e mantenere aperte le attività».
La preoccupazione si sposta sul fronte economico
«È innegabile - dice Banchieri - che le restrizioni avranno un costo economico oltre che gestionale, che dovrà essere opportunamente valutato. Una situazione difficile per i pubblici esercizi, che non hanno mai recuperato i livelli di attività pre-pandemia. Per questo, ci aspettiamo che si prolunghino i sostegni ad imprese e lavoratori, a partire dagli ammortizzatori Covid, in scadenza il 31 dicembre». Parole amare arrivano anche dal direttore di Fipe: «Buona parte dei programmi, rischiano di andare in fumo, avevamo appena cominciato a respirare, facciamo veramente fatica: credo che sia necessario ricominciare a pensare a interventi compensativi - dice Carugi - Siamo preoccupati in generale per tutta la categoria ed ancora di più per alcuni settori come catering e discoteche che stanno pagando un prezzo altissimo»