Domenica 22 Dicembre 2024

Scuola, i presidi: “Dad fino a fine mese”. La replica di Bianchi: "Nessun rinvio, lezioni in presenza e sicurezza"

Pressing dei presidi sul governo per rinviare di due settimane il ritorno in presenza a scuola. Il 10 gennaio è alle porte e i dirigenti scolastici marcano sempre più stretto l’esecutivo che al momento tira dritto sull'intenzione di far tornare, lunedì prossimo, gli alunni sui banchi di scuola. «L'obiettivo di tutto il pacchetto» approvato in Cdm «e in particolare per la scuola è di tornare in presenza e sicurezza. E' così, è assolutamente chiaro» ha ribadito ieri il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi. Ma una lettera-appello dei presidi punta ad incrinare le certezze dell’esecutivo. «La situazione è ingestibile», per l’impennata dai contagi, e per questo servono due settimane di Dad, il cuore del testo indirizzato a Draghi, Bianchi e ai presidenti delle Regioni.

I presidi, due settimane di Dad o situazione ingestibile

Un documento, nato come un’iniziativa autonoma di una quindicina di dirigenti scolastici, ma poi dilagato sul web nelle ultime 24 ore con ben 2150 adesioni (destinate a crescere) a questa mattina, vale a dire oltre un quarto dei presidi (sono 8000) attualmente in servizio. Per i dirigenti scolastici «una programmata e provvisoria sospensione delle lezioni in presenza (con l’attivazione di lezioni a distanza) per due settimane è sicuramente preferibile ad una situazione ingestibile che provocherà con certezza frammentazione, interruzione delle lezioni e scarsa efficacia formativa. Lo vogliamo sostenere con forza, decisione e con la consapevolezza di chi è responsabile in prima persona della tutela della salute e della sicurezza di migliaia di persone».

Il distanziamento è sulla carta

Inoltre «l'andamento del contagio con la nuova variante del virus colpisce come mai prima le fasce più giovani della popolazione, anche con conseguenze gravi e il distanziamento è una misura sulla carta, stanti le reali condizioni delle aule e la concentrazione degli studenti nelle sedi. Sappiamo - si conclude nella lettera - che il virus si trasmette per aerosol e che l’ambiente classe è una condizione favorevolissima al contagio».

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