Sabato 16 Novembre 2024

Covid, Bassetti: immunità di gregge in primavera, rassicuranti i dati della Gran Bretagna. Ecco cosa significa

Matteo Bassetti

«Siamo vicino a un’immunità di gregge, ovvero a una protezione dalle forme più gravi della malattia. Ci arriveremo molto probabilmente a primavera». E’ la convinzione dell’infettivologo Matteo Bassetti, direttore della clinica malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova, che spiega all’AGI: «Con questi ritmi arriveremo rapidamente ad una immunità di popolazione. Abbiamo circa l’80% di italiani vaccinati e con 250 mila casi al giorno, tra persone vaccinate, che faranno una forma blanda di malattia, e No-Vax, saremmo in un mesetto e mezzo all’obiettivo». Una sicurezza che arriva anche dagli ultimi dati provenienti dalla Gran Bretagna.

Variante Omicron, primo passo verso l’endemia?

«Nel Regno Unito il 98% è protetto dalle forme gravi di Covid-19. Questo grazie principalmente alla vaccinazione - spiega Bassetti - basterebbe vedere le tabelle, ma anche a chi è guarito da un primo incontro selvaggio con il virus». E proprio da Inghilterra e Stati Uniti arrivano i primi pareri sulla variante Omicron, descritta da alcuni come un primo passo verso l’endemia. Da altri, addirittura, come una forma influenzale neanche troppo virulenta. Bassetti, su questo, è più cauto.

Ma Omicron è più pericolosa rispetto rispetto a un’influenza

«Omicron è più lieve di Delta - dice - ma mantiene una probabilità di ricovero per il soggetto non vaccinato comunque più alta rispetto a un’influenza. Per i vaccinati il discorso, ovviamente, cambia. La nostra situazione in Italia tra l’altro non è ancora così chiara: gira tanto la variante Delta». Tra l’altro la grande forza della nuova variante non sarebbe tanto la letalità, tenuta a bada anche dai vaccini, ma la grande contagiosità. «Questo è comunque il virus respiratorio più contagioso della storia e può darci dei problemi - afferma Bassetti -. Certo sulle misure restrittive bisogna valutare. Sono un po' perplesso ad esempio sull'ipotesi di chiudere gli stadi di calcio».

I contagi in vece in modo esponenziale

Certo è che questo virus si sta, seppur lentamente, umanizzando. «Grazie a vaccini e immunità naturale sarà un virus come tanti altri, ci conviveremo. Ha fatto molti danni perchè era sconosciuto al nostro organismo, per questo i vaccini sono fondamentali. Non per il contagio», aggiunge l’infettivologo che ricorda: «I ricoveri crescono in maniera lineare, i contagi in vece in modo esponenziale. Tra l’altro oggi in Italia abbiamo molti più positivi di quanti ne contiamo giornalmente con i bollettini. A mio parere saremo quasi a 10 milioni». Numeri enormi con vittime che, fortunatamente, restano però a livelli molto inferiori rispetto al passato.

Cosa significa immunità di gregge

Con l’espressione immunità di gregge, o immunità di gruppo - come spiega sul sito della Fondazione Veronesi Giancarlo Icardi, direttore dell'Unità operativa complessa di Igiene dell'Azienda ospedaliero-universitaria San Martino, IST di Genova -  si intende quel fenomeno per cui, una volta raggiunto un livello di copertura vaccinale (per una  determinata infezione) considerato sufficiente all’interno della popolazione, si possono considerare al sicuro anche le persone non vaccinate. Come funziona l'immunità di gruppo? Attraverso le vaccinazioni ci si protegge dagli effetti gravi delle malattie e, a seconda della tipologia di vaccino, si può ridurre (o azzerare) anche il rischio di essere infettati dal patogeno. In questo modo è possibile ridurre la circolazione del virus da una persona all'altra, e arrestare la diffusione di una malattia infettiva. La soglia minima dell’immunità di gruppo varia a seconda dell’infezione infatti i vari patogeni hanno differenti indici di contagiosità. Ma per le infezioni più diffuse, contro cui si vaccina, è possibile considerare al sicuro l’intera popolazione quando almeno il 90 per cento di essa risulta vaccinata (95 per cento per morbillo e pertosse). Dal punto di vista della profilassi, il concetto di immunità di gregge non risulta valido per malattie infettive non trasmissibili da uomo a uomo, come per esempio il tetano".

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