Sabato 16 Novembre 2024

Covid, si muore di più nelle regioni "no vax": in Italia +8,7% di decessi rispetto ad anni pre-pandemici

"È molto probabile che almeno 500 persone morte di Covid l’anno scorso si sarebbero salvate, se la campagna vaccinale non avesse incontrato lo zoccolo duro dei no-vax e degli esitanti in alcune regioni d’Italia". E' ciò che emerge dallo studio del Corriere della Sera. Mai come ora, ai primi bilanci demografici sul 2021, risultano evidenti gli effetti delle dosi nel proteggere la vita delle persone e i danni creati da chi diffonde dubbi in proposito. La valutazione è fatta dal Corsera sulla base dei dati pubblicati dall’Istat che ha inserito nella sua banca dati il conto dei decessi nel Paese nei primi undici mesi dell’anno scorso. È dal confronto che si nota come quasi tutte le regioni e provincie dove la popolazione esita di più ad affrontare l’inoculazione — Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia, Calabria, Sicilia, Marche — sono anche quelle in cui la mortalità nel 2021 è salita di più rispetto alla normalità pre-pandemica. Ma andiamo con ordine. La prima evidenza dai dati è che anche nel 2021 il virus è stato devastante, tuttavia ha ucciso meno persone: circa 59 mila, mentre l’anno prima le vittime erano state 74 mila. Nel 2020 invece le cose erano andate in modo molto peggiore perché, oltre ai 74 mila morti della pandemia, si erano contati quasi altri 30 mila decessi in più per cause diverse rispetto alle medie degli anni precedenti. Nello studio del Corriere della Sera si evidenza come in "quasi tutte le regioni e provincie più "no vax" e esitanti (ad eccezione della piccolissima Val d’Aosta) mostrano nel 2021 una mortalità nettamente superiore alla media nazionale. Quest’ultima l’anno scorso è salita dell’8,7% rispetto alle norme degli anni pre-pandemici, ma vediamo cosa è successo nelle aree a vaccinazione (prime dosi) nettamente sotto alle medie nazionali: - in provincia di Bolzano è salita del 13,1%, - in Sicilia dell’11,2%, - in Calabria del 10,8%, - nelle Marche del 10,7%, - in Campania del 10,4%.  

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