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"Aperti, ma vuoti", ristoratori tornano in piazza. Crollano i consumi a causa del Covid

"Alberghi e ristoranti vuoti nel primo giorno di super green pass. Non mancano solo i non vaccinati, mancano i turisti e moltissime sono le famiglie bloccate a casa tra isolamenti e quarantene". Così in una nota Tni Italia che stima che "mediamente da oggi le imprese della ricettività e della ristorazione perderanno una nuova fetta del loro fatturato: un -20 per cento ulteriore che si va a sommare al -40 per cento perso da Natale in poi".

"Siamo affrontando, di fatto, un nuovo lockdown e senza aiuti inizieranno a chiudere le aziende e fioccheranno i licenziamenti. Solo i nostri associati hanno dichiarato 10mila esuberi. Siamo al disastro economico. Per questo - annuncia Raffaele Madeo, presidente di Tni Italia - torneremo con una delegazione a Roma, per un presidio", mercoledì a partire dalle 12, in piazza dei Santi Apostoli.
Per Madeo "il Governo deve intervenire con misure urgenti.
Porteremo in piazza i 10mila licenziamenti. Per noi fare sindacato vuol dire anche fermare ogni deputato e senatore per spiegare loro i problemi delle nostre imprese. Ed è quello che faremo". Le priorità per Tni Italia sono tre: cassa integrazione Covid, credito d'imposta per quegli imprenditori che hanno i locali in affitto e la moratoria sui finanziamenti.
Visto l'alto numero di contagi - spiega Tni -, anche altre città si stanno organizzando per fare presidi e manifestazioni locali", intanto domani, prima della partenza per Roma, "alle 8.30, una delegazione di ristoratori fiorentini consegnerà le scatole di cartone contenenti le lettere di licenziamento al sindaco Dario Nardella": "Vista la proroga dello stato di emergenza al 31 marzo - fa presente Madeo - ci aspettavamo dal nostro sindaco, come accaduto in altre città, che fossero prorogati anche gli spazi all'aperto per i tavolini".

"Nelle città d'arte e in particolare nei centri storici, la situazione è tornata di grandissima crisi. Solo nel 2020 hanno chiuso in Italia 20mila aziende in Italia tra i pubblici esercizi e nel 2021 ne stimiamo altrettante. Mancano i turisti, il ritorno dello smart working impatta e le attività chiudono. E a questo vanno aggiunte le chiusure temporanee a causa di Covid o quarantene". Lo dice all'ANSA il direttore generale della Fipe Roberto Calugi, che lamenta decine di migliaia di posti a rischio. "Saltano le aziende di catering, i ristoranti di aeroporti e stazioni, le mense per non parlare di discoteche e sale giochi - afferma la Fipe -. Stiamo chiedendo al governo almeno la proroga della Cig Covid. Dal primo gennaio è scaduto il divieto di licenziamento ma se non si riescono a tenere le aziende in piedi si è costretti a licenziare decine di migliaia di persone". Sul fronte della ristorazione secondo Calugi il settore va a due velocità, "i ristoranti di quartiere, per esempio, tengono meglio, nei centri storici delle città d'arte c'è grande sofferenza".

Problemi anche nella Capitale dove secondo la Fiepet Confesercenti "Oltre duemila aziende hanno dovuto ridurre l'orario a causa di quarantene e casi covid che hanno colpito i lavoratori, e qualche imprenditore. Si tratta del 15% circa dei pubblici esercizi. Il 4%, 600, stimiamo abbia dovuto chiudere temporaneamente per gli stessi motivi". Lo dice all'ANSA il presidente della Fiepet Confesercenti di Roma Claudio Pica. "Negli ultimi 20 giorni ci risulta anche un calo di consumi importante, per esempio della semplice tazzina del caffè, con 30% in meno di consumi rispetto alla media. Questo per un mix di fattori, dalla paura di entrare nei locali all'aumento dello smart working fino ai contagi".

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