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Nuovo Dpcm: pochi i negozi pass free. Boom di vaccini in 7 giorni: 4,5 milioni.

L’indice di contagio Rt è in rapida discesa e il suo valore si sta avvicinando a 1, continua a ridursi anche il numero dei casi positivi ai test molecolari, mentre aumentano i ricoveri. I due numeri che gli esperti invitano a seguire con attenzione nei prossimi giorni sono quello dei nuovi guariti e quello dei nuovi casi: quando saranno equivalenti si potrà dire che la curva dell’epidemia di Covid-19 in Italia avrà raggiunto il picco, osserva il fisico Roberto Battiston, dell’Università di Trento e coordinatore dell’Osservatorio dei dati epidemiologici in collaborazione con l'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas). Sebbene si stia riducendo progressivamente, lo scarto fra i due numeri è ancora importante, considerando che l’incremento giornaliero dei guariti è attualmente 76.679 e quello dei nuovi casi è 83.403 (contro i 149.512 del giorno prima), secondo i dati del ministero della Salute. Il numero dei nuovi casi risente, come ogni lunedì, del ridotto numero dei test. Questi ultimi, fra molecolari e antigenici rapidi, sono stati infatti 541.298, più di 386.000 in meno rispetto ai 927.846 del giorno prima.

Confronto con le Regioni per il nuovo Dpcm

Una nuova interlocuzione con le Regioni sui nuovi parametri dei ricoveri, il Dpcm in arrivo con la lista delle uniche (poche) attività dove sarà possibile accedere senza certificato verde e ancora cifre in crescita sui vaccini, con 4 milioni e mezzo di dosi in sette giorni. Il Governo è già al lavoro per gestire l’annunciata fase discendente della quarta ondata, ma non si allenta la stretta per chi non ha siero né tampone. Anzi. Dal primo febbraio senza Green pass base potrebbe essere possibile entrare solo in negozi di alimentari, del settore sanitario, supermercati, ottica, acquisto di pellet o legna per il riscaldamento, carburanti e - solo all’aperto - dal tabaccaio e dall’edicolante. Restano fuori dall’elenco le librerie mentre sui centri commerciali la discussione è ancora aperta: la soluzione alla quale si sta lavorando prevederebbe la possibilità di accedere alle strutture anche per chi non ha il pass ma solo per andare in quei negozi che rientrano nell’elenco di quelli esentati, dunque supermercati e farmacie.

La Valle d'Aosta trema

Nel frattempo però l’attuale sistema dei colori - verso la revisione nelle prossime settimane - rischia di far retrocedere alcuni territori in arancione o rosso: nel Paese ci sono già otto regioni oltre la soglia del 20% di occupazione dei posti letto per Covid in terapia intensiva (tra queste Lazio, Toscana e Piemonte) mentre nei reparti ordinari la media nazionale sale al 29%, con Lombardia al 34, Sicilia al 35, Calabria al 41 e Valle d’Aosta al 69%. A temere è soprattutto quest’ultima, dove il governatore Erik Lavevaz lancia un allarme: «un passaggio in zona rossa per noi sarebbe la tragedia. Vorrebbe dire chiudere gli impianti di risalita - dice - in un momento in cui c'è un po' di ripresa rispetto all’anno scorso». Tutto è appeso ai numeri dei posti letto impegnati nei reparti di rianimazione valdostani, comunque esigui e sotto le dieci unità. «Abbiamo chiesto un conteggio puntuale per chi è ricoverato con sintomi e chi per altre ragioni ma è risultato positivo a un tampone», specifica il governatore rilanciando il tema della modifica del conteggio dei positivi nei reparti. Sulla questione l'Esecutivo ha mostrato un’apertura annunciando un tavolo tecnico con i governatori non ancora calendarizzato, così come nelle prossime settimane (probabilmente dopo gennaio) su richiesta delle stesse Regioni potrebbe essere rivisto, o persino eliminato, il sistema dei colori.

«Su questo credo che una riflessione possa essere assolutamente fatta, perché è giusto, davanti ad un 90% di italiani vaccinati, dare delle prospettive ai cittadini», spiega il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, unendosi alla riflessione del presidente del Consiglio superiore di sanità, Franco Locatelli, che aveva detto: «riconsiderare il sistema dei colori è nella logica delle cose». Costa torna anche sull'ipotesi di cancellare gli asintomatici dal computo dei positivi nel bollettino, nonostante l'orientamento negativo già manifestato dal Cts.

«Nelle prossime settimane è destinato a cambiare e credo si tratti più di una scelta politica che di una scelta scientifica. Aiuterà a non alimentare il messaggio no vax», spiega il sottosegretario, che sulle quarantene per gli studenti aggiunge: «sono per tenere in classe tutti coloro che si sono vaccinati». Proprio sul fronte delle somministrazioni, nell’ultima settimana si è registrato un record di inoculazioni: dal 10 al 16 gennaio le dosi fatte sono state 4,5 mln (4.536.748), livello mai raggiunto finora, che ha sorpassato di quasi mezzo milione il precedente record. Gran parte delle iniezioni hanno interessato la terza dose. Riguardo alle prime somministrazioni (comprese quelle dei bambini 5-11), dopo le 93 mila di sabato, domenica sono state oltre 62 mila, nonostante la giornata festiva. Mentre il Paese punta al 90% di immunizzati si riapre il dibattito sulla quarta dose - al momento si pensa possa essere destinata alle persone fragili - e sull'eventuale validità di un siero specifico contro Omicron. Per Israele, capofila nella sperimentazione del siero anti-Covid, anche un secondo booster con Pfizer e Moderna non offrirebbe "sufficiente» protezione dall’infezione della nuova variante.

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