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Protesta dei ristoratori Puglia: "Viviamo un lockdown indotto"

L'associazione ha chiesto misure adeguate per evitare i licenziamenti

L'Unione Ristoratori Puglia dichiara lo stato di agitazione e chiede "sostegno all'occupazione e fondi di gestione erogati con criteri equi, azzeramento imposte comunali per il 2022, moratoria finanziaria e fiscale rispetto ai mutui e agli impegni assunti a causa dell'emergenza Covid, calmierizzazione e rateizzazione bollette energetiche aziendali attraverso fondi di copertura statali, credito di imposta sui canoni di locazione per tutto il periodo dell'emergenza".

Il settore della ristorazione pugliese auspica "un dialogo con le istituzioni" e annuncia "forme di mobilitazione pacifiche". "Sta accadendo quanto temevamo – comunicano attraverso una nota - . Il comparto della ristorazione sta affrontando un nuovo lockdown ma questa volta indotto e non imposto. Dopo due anni di chiusure prolungate, sacrifici, perfino suicidi dettati dalla disperazione ma anche grande determinazione nel risollevarsi per arrivare alla tanto promessa 'normalità', ci ritroviamo, dopo un dicembre deludente tra paure e disdette con ristoranti vuoti, frigoriferi pieni e tutte le spese da pagare (65% di fatturato in meno a livello nazionale rispetto al 2019). Se non interverranno misure adeguate seguiranno inevitabili licenziamenti, non possiamo aggiungere debito al debito. Il Governo non può far finta che vada tutto bene. Non basta restare aperti per lavorare, servono le condizioni minime necessari e un clima favorevole".

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