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Frena la crescita dei ricoveri Covid, nelle intensive ancora il 62% di no vax

Potremmo, forse, essere vicini ad una prima svolta. Il virus SarsCoV2, con la sua variante Omicron ormai prevalente in Italia, sta decisamente rallentando la sua corsa e gli effetti della "frenata" si cominciano a vedere in termini di minore pressione sui servizi ospedalieri: rallenta infatti la crescita dei ricoveri nei reparti ordinari, che segnala un +7,1% nell’ultima settimana rispetto all’impennata del +32% della precedente, ed anche l’occupazione delle terapie intensive si fa meno pressante facendo registrare un +9% negli ultimi 7 giorni rispetto al +18% della settimana prima. Tuttavia, il "tallone d’Achille" si confermano i bambini, tra i quali i ricoveri sono invece in crescita.

Gli esperti confermano come l’Italia sia ormai in una fase di picco, dopo la quale si evidenzierà un ulteriore rallentamento dei casi, ed i numeri del bollettino quotidiano del ministero della Salute - rispetto ai dati particolarmente alti di ieri ma che contenevano degli aggiustamenti con ricalcoli antecedenti - confermano questo trend. Sono infatti 192.320 i contagi nelle ultime 24 ore, (ieri erano stati 228.179) e le vittime sono 380 (ieri 434). Su 1.181.889 tamponi molecolari e antigenici effettuati (rispetto a 1.481.349 del giorno precedente), il tasso di positività è al 16,3%, in aumento. Negli ospedali sono 1.688 i pazienti in intensiva, 27 in meno, mentre i ricoverati con sintomi nei reparti ordinari sono 19.500 (52 in più del giorno precedente). Anche la fotografia scattata dalla Federazione delle aziende sanitarie ed ospedaliere (Fiaso) evidenzia il minore stress sui reparti ospedalieri, con il rallentamento nell’ultima settimana, appunto, dei ricoveri nei reparti ordinari (dal +32% al +7%) e nelle intensive (dal +18% al +9%), secondo i dati raccolti nei 20 ospedali sentinella.

A occupare i posti letto delle intensiva sono per la maggioranza sempre i no vax, pari al 62% del totale. Complessivamente, negli ospedali sentinella Fiaso sono ricoverati nelle aree Covid 1.949 pazienti: il 67,2% ha sviluppato la malattia da Covid mentre il 32,8% dei pazienti è positivo ma si trova in ospedale per curare altre patologie. In Terapia intensiva solo il 10% dei pazienti è ricoverato per altre patologie. Il «peso della pandemia sulle intensive continua dunque essere forte - commenta il presidente Fiaso, Giovanni Migliore -. Per il 90%, infatti, i posti letto sono occupati da chi ha sviluppato la malattia da Covid e per questo provvedimenti e limitazioni per frenare la circolazione del virus sono ancora essenziali». Riflettori puntati anche sui bambini, tra i quali aumentano i ricoveri - soprattutto nella fascia non vaccinabile - sia pure con una rallentata velocità di crescita.

Nella settimana 11-18 gennaio, rileva Fiaso, crescono infatti del 27,5% i ricoveri tra under18 passando da 120 a 153 di cui 10 in intensiva. Tra i piccoli degenti il 34% ha meno di 6 mesi. «Sicuramente - afferma all’ANSA Clelia Di Serio, Ordinario di Statistica Medica all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano e direttore del Centro Universitario di Statistica per le Scienze Biomediche - siamo in una fase di picco dell’epidemia. Ci aspettiamo dunque un cambiamento evidente nell’arco di 2 settimane, con una stabilizzazione del tasso di positività, pur sostenuto per il dilagare di Omicron, ed una riduzione netta del tasso di letalità che è ora legato soprattutto agli effetti della variante Delta sui non vaccinati». Per un calo definitivo dei casi, afferma, «penso bisognerà attendere marzo: per un pò - conclude l’esperta - ci sarà una situazione di stabilità, ma con un alleggerimento dei casi severi e ospedalizzazioni, che è la questione cruciale».

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