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Silvestri: “Omicron non fa paura. Ma il pericolo a ottobre è una variante più feroce”

"Non servono chiusure, abbiamo strumenti e tutti devono usarli"

Guido Silvestri

«Il rischio più grosso è che scappi fuori una variante che mantenga l’aggressività infettiva di Omicron, ma riacquisti anche la capacità di Delta di danneggiare il polmone. Spero non succeda mai, però dobbiamo esser preparati. E il modo migliore è insistere con i vaccini». Così l'immunologo Guido Silvestri, professore della Emory University, intervistato da Repubblica. Silvestri spiega che «non servono le chiusure. Abbiamo gli strumenti medici per controllare il virus, a patto di convincere tutti ad usarli».

«Omicron è meno capace di infettare il polmone profondo. Diciamo che è bravissima a colpire l’apparato respiratorio superiore, ma è zoppa quando si tratta di attaccare il polmone. Questo spiega anche il quadro clinico. Essere vaccinati già riduceva del 90% la gravità di Delta. L’efficacia delle immunizzazioni non l’abbiamo scoperta con Omicron. Ecco perché il dottor Fauci dice che nei vaccinati il Covid diventa come un raffreddore», spiega. Diventerà come l’influenza, col vaccino annuale? «Spero proprio di sì - risponde -. Però dobbiamo monitorare e fare sorveglianza epidemiologica».

«La più grande fesseria che potremmo fare è pensare che il Covid sia andato via, perché con l’estate calano i casi nei Paesi occidentali, si riapre la società, e la gente smette di vaccinarsi. Poi a ottobre o novembre arriva una variante più brutta, magari dalla Thailandia, Madagascar o Argentina, e siamo tutti scoperti», avverte. Perciò, a suo avviso, è fondamentale far arrivare i vaccini in tutto il mondo e «vaccinare i bambini, perché i gruppi scoperti sono i No Vax e i ragazzini».

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