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Si vota per il Presidente della Repubblica. Una "bolla" piena di "balle"

quirinale

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha firmato il decreto-legge "Disposizioni urgenti per consentire l'esercizio del diritto di voto in occasione della prossima elezione del Presidente della Repubblica". Disciplina i comportamenti dei positivi al Covid che avranno una corsia preferenziale per recarsi alle urne. Beneficeranno, quindi, di una sorta di "bolla". Ed elevato al rango di "eletto" chi deve eleggere, alla faccia dell'emergenza epidemiologica, sacrificata all'altare della scelta del Capo dello Stato. Eppure, su questo percorso eccezionale sono disseminati chiodi. Infatti, il provvedimento esitato recita: i grandi elettori in isolamento o quarantena a causa del Covid "sono autorizzati, previa comunicazione all'Azienda sanitaria territorialmente competente, agli spostamenti con mezzo proprio o sanitario sul territorio nazionale, per il tempo strettamente necessario alle operazioni di voto e comunque con modalità tali da prevenire il pericolo di contagio, esclusivamente per raggiungere la sede del Parlamento, ove si svolge la votazione e fare rientro nella propria residenza o dimora".

Ancora: "Durante la trasferta necessaria a completare le operazioni di voto", i grandi elettori positivi al Covid o in quarantena hanno il "divieto di utilizzo dei mezzi pubblici, divieto di sosta in luoghi pubblici, divieto di entrare in contatto con soggetti diversi da coloro che sono preposti alle operazioni di voto". "Hanno inoltre divieto di pernottamento e consumazione dei pasti nei luoghi diversi da quelli indicati come sede di isolamento o quarantena, obbligo di utilizzo costante, all'aperto e al chiuso, di mascherine Ffp2".Per il voto, allestito un seggio drive-in nel parcheggio di via della Missione.

Ed ecco le immancabili difficoltà interpretative e attuative. Se un grande elettore contagiato - sia esso senatore, deputato o delegato regionale - partisse da una landa sperduta del Trapanese per raggiungere la Capitale, gli toccherebbe mettersi al volante della propria auto (o utilizzare un'ambulanza?) e raggiungere intanto Messina. E qui non dovrebbe utilizzare un mezzo di trasporto pubblico (anche se di una compagnia di navigazione privata)? Poi, in caso di bisogni fisiologici, cosa può fare? Tagliato il traguardo romano ed espressa la sua preferenza, non gli resta altro da fare che tornare immediatamente indietro. Senza perdere un solo minuto. Tutto d'un fiato. Nonostante mal di gola lancinante, febbre da cavallo, dolori alle ossa insopportabili. E se il "fortunato" grande elettore positivo provenisse dalla Sardegna? Come raggiungerebbe Roma? Con un mezzo marittimo che è pubblico, oppure dovrebbe trasformare il proprio veicolo in mezzo anfibio o ancora noleggiare un elicottero, pilotarlo con le sue stesse mani e atterrare alle spalle di Montecitorio? Non sarebbe stato più logico ridurre al minimo i soliti paletti contraddittori e paradossali? In fin dei conti, per un grande elettore, il coronavirus può temporaneamente attendere. Perché il Presidente è il Presidente.

"Ma alle prossime elezioni comunali possono votare anche gli infettati?", chiede un sindaco di paese a un concittadino. Quest'ultimo replica: "Caro sindaco, credo proprio di no, per il Colle hanno creato una bolla piena di balle".

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