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Choc a Livorno, bimbo picchiato da due ragazzine “perché ebreo”

La sindaca Alberta Ticciati: “Una situazione incredibile, da pelle d’oca, sembra di essere ripiombati nei tempi più bui della storia del nostro paese”

Insultato, picchiato e preso a sputi da due ragazzine perché ebreo. È quanto accaduto ad un ragazzo di dodici anni a Venturina Terme, località sulla costa tirrenica a sud di Livorno. A rivelare la storia la sindaca del Comune di Campiglia Marittima, Alberta Ticciati. "Il bambino - si legge sulla pagina Facebook del Comune - è stato aggredito, insultato, preso a calci, colpito da sputi. E autrici di questo grave atto sono state due ragazzine di 15 anni, motivate dal fatto che il bambino è ebreo».

La sindaca si è messa subito in contatto con il padre del bambino. «Una situazione incredibile, da pelle d’oca, sembra di essere ripiombati nei tempi più bui della storia del nostro paese - ha detto la sindaca di Campiglia Marittima - L’amministrazione comunale non intende sottacere o banalizzare quanto accaduto che è di una gravità inaudita. Abbiamo invitato la famiglia a fare i propri passi. Mi confronterò tra oggi e domani con le forze dell’ordine e la scuola e faremo il possibile perché la cosa non venga archiviata e banalizzata. Il fatto che nel 2022 succeda una cosa tale in una realtà come la nostra è di una gravità massima che va indagata, approfondita, compresa, e fortemente stigmatizzata».

Il rabbino di Firenze: "Nata da odio radicato. Ecco perché serve la Giornata della memoria"

«L'episodio di Campiglia Marittima (Livorno) è la dimostrazione lampante che la Giornata della memoria non è superflua, anzi è necessaria. Questa è stata una vera aggressione, non una semplice offesa, magari detta a bassa voce. No, è stata un’aggressione dettata da sentimenti forti radicati in due ragazze di solo 15 anni. Sentimenti aggressivi di cui va capita la causa, l’origine. Va fatto un gran lavoro educativo, nella scuola e nella società perché l’antisemitismo si mostra molto radicato, presente in Italia e ci sono frange estremiste che ne fanno una bandiera e lo diffondono. A ciò, a questa subcultura, bisogna rispondere con fermezza e mandando messaggio positivi». Lo afferma all’ANSA il rabbino capo di Firenze, Gad Fernando Piperno, commentando l’aggressione al 12enne di famiglia ebraica nel Livornese.

«Questo ragazzo di 12 anni, di cui conosco bene il padre, la famiglia è fiorentina anche se da tanti anni abita a Campiglia Marittima, era andato a giocare al parco con gli amici ed è lì - ricostruisce il rabbino Piperno - che è stato aggredito dalle due ragazzine di 15 anni. Lui neppure le conosceva ma loro devono aver saputo del fatto che fosse ebreo, peraltro la sua è l'unica famiglia ebraica che abita in quel comune. Mi colpisce che le ragazze avessero l’informazione e anche che non ci sia stata nessuna reazione dalle altre persone che erano lì in quel momento. L’aggressione è durata un certo tempo, non credo che ci fossero solo giovanissimi, è un parco pubblico dove ci vanno anche adulti». «Lui - fa notare il rabbino - è stato molto bravo, ha dimostrato una maturità superiore alla sua età perché da solo ha saputo gestire molto bene una situazione imprevista e difficile».

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