E’ stato venduto all’asta per 32.760 euro il comunicato con cui le Brigate Rosse rivendicarono il sequestro dell’allora presidente della Dc, Aldo Moro, e il massacro della sua scorta. In circa tre settimane il documento, messo all’incanto dalla casa d’aste Bertolani Fine Art, è passato da una offerta base di 600 euro ai 26 mila di oggi che con i diritti d’asta arriva alla cifra finale, appunto, di 32.760 euro. In base a quanto si apprende l’acquirente che si è aggiudicato il documento era in collegamento telefonico con la casa d’asta e ha superato nell’offerta un altro potenziale acquirente che invece ha seguito la gara collegato online. Il volantino era inserito nel Lotto 43. Nella pagina online era fornita anche una descrizione del lotto che rientra nella sezione «Autografi&Memorabilia». «Questo fu il primo di una serie di comunicati che seguirono, fino all’epilogo», la vicenda Moro, si legge. «Drammatico testo di propaganda, redatto e fatto pervenire alle organizzazioni giornalistiche perché divulgassero le motivazioni del rapimento, e le ragioni politiche di lotta di classe che spingevano la rivoluzione brigatista negli anni '70 ad essere così violenta». Il comunicato brigatista si apre con parole, di fatto, passate alla storia. «Giovedì 16 marzo un nucleo armato delle Brigate Rosse ha catturato e rinchiuso in un carcere del popolo Aldo Moro, presidente della Democrazia Cristiana. La sua scorta armata, composta da cinque agenti dei famigerati Corpi Speciali è stata completamente annientata». In calce la data del 16 marzo 1978 e la firma: «Brigate Rosse per il comunismo». Il documento messo in vendita a 44 anni da quei drammatici giorni, venne fatto trovare dalle Br (che avevano precedentemente rivendicato l’azione con una telefonata all’ANSA), 48 ore dopo il rapimento sul tetto di un macchinetta per le fototessere in un sottopasso tra Largo Arenula e Largo di Torre Argentina. Allegata anche la foto di Moro, una polaroid. Nei 55 giorni di prigionia furono in totale 9 i comunicati che l’organizzazione terroristica diffuse fino al tragico epilogo. L’iniziativa sul comunicato brigatista non è inedita. E' infatti molto florido, soprattutto all’estero, il collezionismo di cimeli che risalgono ai periodi bui dell’ultimo secolo e in particolare a quelli legati al nazifascismo. Negli anni '90 furono venduti all’asta alcuni manoscritti autografi di Benito Mussolini, mentre nel 2005, sempre all’incanto furono assegnati a Londra, per circa 3mila euro, alcuni telegrammi con cui il Duce e Aldolf Hitler si scambiarono messaggi di congratulazione e di reciproca fedeltà. Più recentemente, nel 2019, a Monaco all’asta finirono alcuni cimeli tra cui il cappello del Fuehrer e un copia del Mein Kampf scatenando la reazione sdegnata della comunità ebraica.