A 48 ore dallo scattare delle sanzioni per i no vax, un milione e 680mila italiani che hanno più di 50 anni restano senza alcuna protezione contro il Covid e pagheranno dunque la multa di 100 euro una tantum decisa dal governo quando, lo scorso 7 gennaio, ha introdotto l’obbligo vaccinale per quasi 28 milioni di persone. L’ultimo report del Commissario per l’emergenza Francesco Figliuolo conferma che la scelta dell’esecutivo per convincere gli irriducibili a vaccinarsi, ha ridotto la platea dei no vax, tanto che in 500mila hanno ricevuto la prima dose dal 7 gennaio ad oggi, ma non è riuscita a dare la spallata che ci si aspettava. E questo nonostante anche l’ultimo report dell’Istituto superiore di sanità ribadisca che il tasso di ricoveri in terapia intensiva per i non vaccinati è 18 volte più alto dei vaccinati con ciclo completo e 27 volte più alto di chi ha fatto anche il booster. I dati dicono che ci sono 6,4 milioni di italiani che non hanno fatto neanche la prima dose: 2,2 milioni sono bambini tra i 5 e gli 11 anni, per i quali però l’autorizzazione è arrivata solo un mese fa, quasi un milione sono nella fascia 40-49 anni e 1.684.240 sono over 50: poco più di 153mila sono over 80 (il 3,34% del totale della popolazione in questa fascia), quasi 300mila sono tra i 70 e i 79 anni (il 4,92%), 473mila hanno tra i 60 e i 69 anni (il 6,27%) e 762mila tra i 50 e i 59 anni (il 7,90% su quasi 9,7 milioni). Si tratta, in questi ultimi due casi, di cittadini che nella maggior parte lavorano e che dal 15 febbraio, quando scatterà l’obbligo sul posto di lavoro, non potranno più farlo. L’unico dato positivo su questo fronte è che negli ultimi sette giorni si è leggermente alzata la media di chi ha fatto la prima dose: 178mila persone, contro le 155mila dei sette giorni precedenti e i 147mila di due settimane fa: poco meno di 500mila persone in totale che hanno ottemperato all’obbligo imposto dal governo. Ben diversa, invece, la situazione che emerge dal report per quanto riguarda la popolazione più giovane: oltre un milione di bambini (1.099.915) tra i 5 e gli 11 anni ha fatto almeno la prima dose, il 30% dei 3,6 milioni del totale di questa fascia. Molto più alta la percentuale nella fascia tra i 12 e i 19 anni, dove ci sono 3,7 milioni di ragazzi con una dose, l’80,69% degli oltre 4,6 milioni totali. Percentuale che sale quasi all’87% tra i 20 e i 29 anni dove quelli che non hanno alcuna protezione sono 317mila, meno della metà dei cinquantenni e in numero inferiore anche ai 60-69enni, due classi d’età molto più a rischio. Le sanzioni per gli over 50 scatteranno dunque dal 1 febbraio e riguarderanno chi non ha iniziato il ciclo primario, chi dopo la prima dose non ha fatto il richiamo e chi, dopo la seconda, non ha fatto il booster. Sarà il ministero della Salute, attraverso l’Agenzia delle entrate, a multare gli inadempienti che avranno 10 giorni di tempo dalla ricezione dell’avviso di avvio del provvedimento sanzionatorio per comunicare alla Asl eventuali certificati che attestino la loro condizione di esentati dall’obbligo. Se la Asl non confermerà, l’Agenzia delle entrate trasmetterà entro 180 giorni «un avviso di addebito, con valore di titolo esecutivo» e i proventi delle sanzioni confluiranno nel Fondo delle emergenze nazionali. In caso di opposizione alla sanzione la competenza spetta al Giudice di pace. Ci vorranno invece ancora 15 giorni per l’entrata in vigore dell’obbligo di vaccinazione al lavoro per tutti coloro che hanno più di 50 anni: la misura scatta il 15 febbraio e chiunque, a partire da quel giorno, sarà trovato sul posto di lavoro senza il green pass rafforzato (ottenibile oltre che con la vaccinazione anche con un certificato di guarigione dal Covid) rischia una sanzione compresa tra i 600 e i 1.500 euro. I lavoratori che non presenteranno la certificazione verranno considerati assenti ingiustificati e sarà sospeso loro lo stipendio e qualsiasi altro compenso o emolumento, ma conserveranno il posto di lavoro e non saranno sottoposti a conseguenze disciplinari.