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Csm, via libera alla riforma. Draghi sul governo: "No a rimpasto. Io in politica? Un lavoro lo trovo da solo"

Il Presidente del Consiglio Mario Draghi e la ministra della Giustizia Marta Cartabia

Il Consiglio dei ministri ha approvato la riforma del Csm e dell'ordinamento giudiziario con le norme sullo stop alle porte girevoli.

Via libera all'unanimità al pacchetto di ritocchi messo a punto dalla ministra Marta Cartabia alla riforma del Csm.
Assente la ministra di Italia Viva Elena Bonetti, impegnata a Expo Dubai. "È stata una discussione ricchissima e anche molto condivisa grazie anche alle numerose interazioni con i partiti e il ministro Cartabia e il sottosegretario Garofoli", ha detto il premier Mario Draghi in conferenza stampa.

Il futuro del premier e del governo

Draghi ha risposto anche ad alcune domande sul futuro suo e del governo. "Il dovere del governo è proseguire e affrontare sfide importanti per gli italiani che sono quella immediata del caro energia, quello meno immediata ma preoccupante che è l'inflazione che sta aggredendo il potere acquisto dei lavoratori ed erodendo, anche se per ora non si vede, la competitività delle imprese, c'è poi l'uscita dalla pandemia e poi il Pnrr che sta andando molto bene". "La squadra di governo è efficiente e va avanti". E ancora: "Ho visto che tanti politici mi candidano a tanti posti in giro per il mondo mostrando grande sollecitudine, ma vorrei rassicurarli che se decidessi di lavorare un lavoro lo trovo da solo...", ha risposto a chi gli chiedeva se nel suo futuro ci fosse un ruolo da federatore del centro.

Sulla riforma del Csm

"C'è stata condivisione della riforma e delimitazione delle aree con differenze di vedute e impegno ad adoperarsi con i capigruppo per avere priorità assoluta in parlamento entro l'elezione del nuovo Csm". "Ci sono delle differenze di opinioni che sono rimaste. E' stato possibile modificare molto marginalmente il testo, ma c'è l'impegno corale a superarle e a raggiungere questo risultato in tempi utili per l'elezione del prossimo consiglio".

Nel corso del Consiglio dei ministri, ha detto Draghi, "c'è stata questa consapevolezza della necessità di un pieno coinvolgimento delle forze politiche. Quindi niente tentativi di imporre la fiducia. E' un provvedimento di portata tale che necessita di questa apertura". Il premier ha aggiunto che c'è stato l'impegno "di tutti ministri a sostenere con i propri partiti questa riforma".

Cartabia: "Riforma ineludibile"

"La riforma dell'ordinamento giudiziario e del Csm era ineludibile per la scadenza a luglio del Consiglio ora in carica, ma anche per accompagnare la magistratura in un percorso di recupero della piena fiducia e credibilità". Lo ha detto il ministro della Giustizia Marta Cartabia nella conferenza stampa a palazzo Chigi.

Le reazioni politiche

"Quanto approvato dal Consiglio dei Ministri di oggi in materia di riforma della Giustizia è solo un punto di partenza - ha detto la senatrice Giulia Bongiorno, responsabile del Dipartimento Giustizia della Lega -. Il testo dovrà essere migliorato in Parlamento, così come assicurato dal premier Mario Draghi, ma un cambiamento radicale sarà possibile solo grazie ai referendum".

"La riforma del Csm portata in Cdm ritorna al testo dell'ex ministro Bonafede e contiene quel fondamentale principio che abbiamo sempre sostenuto: lo 'stop' alle porte girevoli fra politica e magistratura senza eccezioni. Esamineremo il testo in Parlamento, con l'auspicio di approvarlo definitivamente prima del rinnovo delle cariche al Csm, ma intanto possiamo dirci soddisfatti". Così fonti del MoVimento 5 stelle al termine del Cdm che ha varato la riforma sull'organo di autogoverno della magistratura.

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