I vaccini hanno abbattuto la mortalità per Covid nei pazienti oncologici, che è passata dal 30% durante la prima ondata a percentuali pari allo zero dopo le campagne di immunizzazione. Uno studio italiano e un altro condotto a livello europeo hanno infatti dimostrato che i pazienti con immunodepressione, quali quelli oncologici, presentavano un rischio più elevato rispetto alla popolazione generale di infezione da Covid e un più elevato rischio di mortalità conseguente a questa infezione.
Lo afferma Francesco Cognetti, presidente della Fondazione Insieme contro il cancro e della Federazione degli Oncologi, Cardiologi, Ematologi (Foce). «Dati prodotti prima dell’inizio della vaccinazione anti-Covid mostravano che la mortalità a breve termine dovuta a complicanze gravi era stata addirittura del 30% nelle prime fasi della pandemia e dimezzata, ma pur sempre molto elevata, di circa il 15%, alla fine del 2020 per effetto di una diagnosi più precoce dell’infezione e un miglioramento nel trattamento - spiega Cognetti -. Ma la vera svolta è stata rappresentata dall’avvio della campagna vaccinale».
Precisamente, afferma, «il 1 marzo 2021è iniziata la vaccinazione dei pazienti oncologici fragili. Già nelle prime tre settimane, dal 1 al 20 marzo, all’Istituto nazionale tumori Regina Elena di Roma abbiamo così vaccinato 816 pazienti oncologici». «Abbiamo immediatamente osservato in un’elevatissima percentuale una rapida crescita degli anticorpi antispike, sia dopo la prima che la seconda dose. Questi pazienti sono stati poi seguiti e dal momento dell’inizio del declino della risposta anticorpale, e cioè a 4-6 mesi dal completamento del ciclo, sono stati sottoposti alla dose addizionale che ha determinato in quasi tutti i pazienti un immediato rialzo dei titoli anticorpali». Ma «ciò che è sorprendente - afferma - è che, durante tutto questo periodo e nei mesi successivi, in 1243 pazienti seguiti fino a dicembre 2021 con tamponi, soltanto 14 pazienti (1%) si sono rivelati positivi». «La mortalità da Covid in questi pazienti è stata pari allo zero rispetto alle elevatissime percentuali osservate nello studio europeo eseguito in epoca pre-vaccinale», afferma Cognetti.
Inoltre, afferma Cognetti, gli effetti collaterali secondari al vaccino dopo le 2.661 somministrazioni complessive sono stati sempre lievi mentre quelli di moderata entità si sono verificati complessivamente solo in circa il 2% dei pazienti. «Tutti questi dati, già prodotti in 7 lavori scientifici pubblicati su riviste internazionali - conclude Cognetti - confermano che l’aver vaccinato precocemente questi pazienti ha permesso di metterli in sicurezza dagli eventi letali che l’infezione Covid, in precedenza ed in assenza di vaccino, aveva dimostrato di poter produrre nei nostri pazienti più fragili. L’effetto dei vaccini è stato quindi drammaticamente positivo e ciò rende davvero inconcepibili ed irresponsabili le varie teorie che giornalmente vengono prodotte e veicolate circa l’inefficacia e la tossicità dei vaccini. Abbiamo salvato tante vite umane che hanno potuto così proseguire le loro cure ed in parte sopravvivere alla malattia o addirittura guarirne».
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