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Novavax, sbarca in Italia il primo vaccino anti-Covid a base di proteine: ecco come funziona

Sbarca in Italia il primo vaccino a base di proteine contro il Covid. Il Novavax, nome della società di biotecnologie americana che lo ha sviluppato, arriverà nel nostro paese questo fine settimana, come annunciato dal Commissario Figliuolo, con una prima fornitura da un milione di dosi. Si tratta di una tecnologia innovativa ma più «classica» rispetto ai vaccini a mRna che tante diffidenze (ingiustificate) hanno creato nella galassia no-vax: la speranza è che serva a convincere i tanti (oltre 1,5 milioni di over 50) ancora senza neanche una dose.

Nuvaxovid, noto anche come NVX-CoV2373, è stato già autorizzato in Indonesia e nelle Filippine, dove sarà commercializzato dal Serum Institute of India (SII) con il nome Covovax. In Europa, NVX-CoV2373 è stato il quinto vaccino a ricevere l’ok da parte dell’EMA, a dicembre, dopo le formulazioni di Pfizer-BioNTech, AstraZeneca-Oxford, Moderna e Johnson & Johnson.

Figliuolo: questo fine settimana 1 mln dosi di Novavax

«Per la fine di questa settimana arriverà il vaccino Novavax, ne riceveremo poco più di un milione di dosi che saranno subito distribuite a tutte le regioni e province autonome. Poi arriveranno ancora un altro paio di milioni di dosi nel mese di marzo. Per cui ci sarà possibilità anche di utilizzo di questo ulteriore vaccino». Lo ha detto il commissario straordinario per l’emergenza Covid, generale Francesco Figliuolo, a margine di una visita all’ospedale pediatrico Meyer di Firenze.

Nel Lazio dal 24 febbraio al via prenotazioni per Novavax

Da giovedì 24 febbraio nel Lazio sarà possibile prenotare il vaccino Novavax sia per la prima che per la seconda dose, prevista quest’ultima a distanza di tre settimane. Dal 1° marzo partiranno invece le somministrazioni della quarta dose per i soggetti immunodepressi individuati dalla circolare ministeriale: l’importante che siano trascorsi i 120 giorni dall’ultima somministrazione. Il Lazio aveva già preparato il piano per la somministrazione di Novavax. Il vaccino proteico, che si spera potrà convincere molti scettici, verrà somministrato in 15 hub in tutta la Regione di cui sette nella Capitale.

Come funziona il vaccino Novavax

Si tratta come detto di un vaccino a base di proteine, ingegnerizzato dalla sequenza genetica del ceppo originale di SARS-CoV-2. Creato grazie alla tecnologia delle nanoparticelle ricombinanti, il vaccino genera l’antigene derivato dalla proteina spike ed è formulato con l’adiuvante Matrix-M, brevettato da Novavax per migliorare la risposta immunitaria e stimolare alti livelli di anticorpi neutralizzanti. NVX-CoV2373, iniettato in forma liquida, contiene antigene proteico purificato e non può replicarsi nè provocare Covid-19. Dopo l’inoculazione, il sistema immunitario identifica la proteina e inizia a produrre difese naturali come anticorpi e cellule T. Se una persona immunizzata viene esposta a SARS-CoV-2, l’organismo dovrebbe riconoscere la proteina spike del virus e contrastare l’infezione. Gli anticorpi e le cellule immunitarie lavorano insieme per impedire l’ingresso dell’agente patogeno nell’organismo e distruggere le cellule infette. Il regime di vaccinazione prevede due dosi da 0,5 millilitri, da somministrare per via intramuscolare a 21 giorni di distanza.

Si conserva a una temperatura compresa tra 2 e 8 gradi

Il farmaco viene conservato a una temperatura compresa tra 2 e 8 C, il che è rilevante per i paesi in cui stabilire una catena del freddo efficace può essere problematico. Novavax ha stabilito partnership per la produzione, commercializzazione e distribuzione di NVX-CoV2373 in tutto il mondo. Il direttore senior del programma di sviluppo del vaccino è Nita Patel, una scienziata di origine indiana, alla guida di un gruppo di ricerca tutto al femminile. «Crediamo che la possibilità di affidarsi a diverse piattaforme vaccinali - ha affermato nelle scorse settimane Stanley C. Erck, presidente e amministratore delegato di Novavax - sia importante per stimolare la popolazione a ricevere le dosi immunizzanti, il che porterebbe a un aumento della protezione contro il virus».

Il vaccino raggiungerebbe un’efficacia del 90,4 per cento

Il via libera dell’Ema è giunto a seguito di un’attenta analisi dei criteri di sicurezza, efficacia, tollerabilità e qualità delle dosi immunizzanti. I dati sono stati ottenuti da valutazioni precliniche e cliniche e da sperimentazioni sull'uomo. PREVENT-19, ad esempio, è uno studio di fase 3 condotto dagli scienziati dell’Università del Maryland School of Medicine, per il quale sono stati arruolati quasi 30 mila partecipanti negli Stati Uniti e in Messico. Secondo i dati della ricerca, pubblicata sul New England Journal of Medicine, il vaccino raggiungerebbe un’efficacia complessiva del 90,4 per cento. Parallelamente, un lavoro condotto nel Regno Unito dagli scienziati della St. Georgès, University of London, con 14 mila volontari, descritto sulla stessa rivista, suggerisce un’efficacia complessiva dell’89,7 per cento. Il vaccino è attualmente in fase di revisione da parte di più agenzie di regolamentazione in tutto il mondo.

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