
Le forze dell’ordine di 18 città italiane dal 14 marzo avranno in dotazione anche le armi a impulsi elettrici, o taser, novità che sarà estesa a tutto il territorio a partire da maggio. Lo annuncia il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese. «L'utilizzazione, a partire dal prossimo 14 marzo, dell’arma ad impulsi elettrici da parte degli operatori della Polizia di Stato, dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di finanza, in diciotto città italiane, costituisce un passo importante per ridurre i rischi per l’incolumità del personale impegnato nelle attività di prevenzione e controllo del territorio», spiega il ministro, sottolineando come «grazie all’adozione del dispositivo, le Forze di polizia saranno in grado di gestire in modo più efficace e sicuro le situazioni critiche e di pericolo».
"L'operatività del nuovo strumento - aggiunge la titolare del Viminale - segue uno specifico periodo di sperimentazione e un ciclo di formazione degli operatori in grado di garantire che la sua utilizzazione avvenga nel rispetto delle condizioni di sicurezza tenuto conto dei soggetti coinvolti e del contesto ambientale».
Le 4.482 armi ad impulso elettrico saranno impiegate, a partire dal prossimo 14 marzo, dagli equipaggi della Polizia di Stato, dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza destinati ai servizi di prevenzione generale e pronto intervento nelle 14 Città metropolitane (Roma, Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Cagliari, Bari, Napoli, Reggio Calabria, Messina Palermo e Catania) e nei capoluoghi di provincia di Caserta, Brindisi, Reggio Emilia e Padova, secondo uno specifico cronoprogramma che si concluderà a fine marzo. Per quanto riguarda l’estensione del servizio ai reparti delle restanti aree del territorio nazionale e delle specialità, l’operatività sarà gradualmente avviata a partire dal mese di maggio.
Che cos'è il taser: è pericoloso?
Il Taser o pistola elettrica ha diviso sin dal suo esordio, datato 1969. E ancora oggi che viene usato in 107 Paesi del mondo e lodato da molti operatori della sicurezza per la sua efficacia dissuasiva, c'è chi - statistiche alla mano - giura sulla sua pericolosità.
I "pro" fanno notare come già di per sé il ricorso al taser sia alternativo a quello dell'arma da fuoco, necessariamente più pericoloso perché letale: l'Axon, azienda produttrice, cita un report - risalente al 2009 - secondo cui il 99,75% dei "sospetti" colpiti con la pistola elettrica non hanno lamentato danni o hanno parlato di danni lievi come abrasioni e lividi.
Un'arma "intelligente", insomma, basata su una piattaforma completamente digitale, che consente di "regolare la scarica, seguire controlli dello stato di salute e fornire dati analitici su come e quando viene utilizzata".
Una posizione, questa, decisamente non condivisa dall'Onu, che ha classificato il taser tra gli "strumenti di tortura" e da organizzazioni come Amnesty International, convinta che, "prima di mettere a disposizione delle forze di polizia questo tipo di armi, andrebbe effettuato uno studio sui rischi per la salute e andrebbe garantita una formazione specifica per gli operatori".
Anche Amnesty chiede conforto ai numeri: negli Usa e in Canada, dal 2001 il numero delle morti "direttamente o indirettamente" correlate al taser sarebbe superiore al migliaio. E nel 90% dei casi, le vittime erano disarmate.
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