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Covid, è possibile fare il vaccino se si è positivi? E' necessario un tampone o serve un test sierologico? Consulta le FAQ

E' possibile fare il vaccino anti Covid se si è positivi?  E cosa rischia chi prende il virus e, non sapendo di essere positivo (asintomatico), va a vaccinarsi? E' meglio fare un tampone o un test sierologico? Molte persone, soprattutto in questa fase acuta di diffusione del virus, si stanno chiedendo se possa essere utile  conoscere il numero di anticorpi sviluppati a seguito del ciclo vaccinale e/o di infezione e, quindi, valutare se fare o meno il richiamo con la terza dose.

Sui tamponi non sono state pubblicat e informazioni specifiche - le Faq del Governo non ne parlano -  ma relativamente ai test sierologici il Ministero della Salute ha dichiarato che “l’esecuzione non è raccomandata ai fini del processo decisionale vaccinale”. Sul tema si è espresso pure Massimo Andreoni, primario di Malattie Infettive del Policlinico Tor Vergata di Roma. Secondo il medico rinviare la terza dose è errato e non si corre alcun pericolo. In altre parole "il test sierologico prima della terza dose non serve a nulla", ha dichiarato al quotidiano il Messaggero. "Prima di tutto non ti dice quanto tempo prima potresti avere avuto inconsapevolmente il Covid, ma soprattutto ormai è dimostrato che non ci sono controindicazioni. Meglio alzare il livello di protezione in questa fase di intensa circolazione del virus", ha dichiarato.

Va ricordato che il tampone serve per diagnosticare la presenza del virus nell'organismo e quindi a scoprire se c'è un'infezione in corso. I test sierologici, invece, servono per capire se una persona è già entrata in contatto con il Coronavirus.

Ma quali sono le indicazioni dell'Aifa? Ecco le FAQ dell'Aifa sul tema pubblicate il 29 novembre 2021 

Chi ha già avuto un’infezione da COVID-19, confermata con test molecolare, può vaccinarsi?

Nei soggetti con pregressa infezione da SARS-CoV-2 (decorsa in maniera sintomatica o asintomatica) è possibile considerare la somministrazione di un’unica dose di vaccino anti-SARSCoV-2/COVID-19, purché la vaccinazione venga eseguita preferibilmente entro i 6 mesi dalla stessa e comunque non oltre 12 mesi dalla guarigione.

Per i soggetti con condizioni di immunodeficienza, primitiva o secondaria a trattamenti farmacologici, in caso di pregressa infezione da SARS-CoV-2, resta valida la raccomandazione di proseguire con la schedula vaccinale completa prevista.

Chi ha diritto alla vaccinazione?

Tutte le persone residenti o comunque presenti sul territorio italiano con o senza permesso di soggiorno o documenti di identità, inclusi i possessori del codice STP (Stranieri Temporaneamente Presenti) o ENI (Europeo Non Iscritto), i detentori del Codice Fiscale numerico o quanti ne sono privi, i possessori di tessera sanitaria scaduta e che rientrano nelle categorie periodicamente aggiornate dal Piano Vaccinale.

Le persone che si infettano con SARS-CoV-2 dopo aver ricevuto la prima dose di vaccino devono ricevere la seconda dose?

Nelle persone che hanno contratto un’infezione da SARS-CoV-2 successivamente alla somministrazione della prima dose di un vaccino con schedula vaccinale a due dosi, si seguono le seguenti indicazioni:

  • * in caso di infezione confermata (definita dalla data del primo test molecolare positivo) entro il quattordicesimo giorno dalla somministrazione della prima dose di vaccino, è indicato il completamento della schedula vaccinale con una seconda dose da effettuare entro sei mesi (180 giorni) dalla documentata infezione (data del primo test molecolare positivo) (trascorso questo arco di tempo, la schedula vaccinale potrà essere comunque completata, il prima possibile, con la sola seconda dose);
  •   in caso di infezione confermata (definita dalla data del primo test molecolare positivo) oltre il quattordicesimo giorno dalla somministrazione della prima dose di vaccino, la schedula vaccinale è da intendersi completata in quanto l’infezione stessa è da considerarsi equivalente alla somministrazione della seconda dose. L’eventuale somministrazione di una seconda dose non è comunque controindicata.

 

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