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Le speculazioni energetiche mandano Draghi su tutte le furie: “Comportamenti intollerabili”

«Siamo in una situazione di emergenza, di sicurezza nazionale, questi comportamenti non solo più tollerabili». Così il presidente del Consiglio Mario Draghi, in conferenza stampa al termine del Cdm, ha risposto a una domanda sulle speculazioni dei prezzi dell’energia.
«Un piccolo passo avanti - ha Detto Draghi - si è fatto con i provvedimenti approvati oggi, dotando l’Area di maggiori poteri ispettivi. Nelle settimane scorse proprio per capire la situazione delle imprese, abbiamo cercato di capire la situazione dei contratti dei più grandi importatori, capire cioè quanto di queste importazioni fossero a contratti a lungo termine già pagati e quanti invece fossero acquisti sul mercato spot», ha aggiunto. «Questo è importante perché se si pensa a un tetto di prezzo è importante che non si penalizzi l’importatore mettendo un prezzo a livello tale per cui tutto quello che è stato oggetto di contratto e ha già importato viene a essere una fonte di perdita per l’importatore. Ma non ci siamo riusciti. Questo deve cambiare assolutamente», «la situazione è cambiata è una situazione di emergenza, di sicurezza nazionale, questi comportamenti non sono più tollerabili», ha concluso.

L'accoglienza dei profughi

L’Italia ha fondi per ospitare circa 83mila profughi ucraini, grazie alla rete dei centri di accoglienza e di integrazione, le famiglie e le strutture di Comuni, enti, terzo settore e sistemazioni autonome. Prende forma il nuovo Piano dei rifugiati del Governo, che definisce un modello organizzativo e altri fondi con il nuovo decreto.
"Pensiamo di stanziare 400 milioni, un quarto destinato ai servizi sanitari per chi entrerà in Italia, e poi a lato stanziamenti per il sistema dell’istruzione per proseguire l'anno scolastico ma anche per accogliere nuovi eventuali alunni», annuncia il ministro dell’Economia Daniele Franco. Ma potrebbe non bastare. In Italia «il numero dei profughi è molto incerto, non credo ci fermeremo a 67mila», riflette il premier Mario Draghi. In prospettiva il numero di arrivi da quei territori di guerra verso l’Unione è destinato a salire e «la stima è di almeno 5 milioni», spiega il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, secondo il quale serve con «urgenza di fare progressi nel negoziato sul nuovo patto sulla migrazione e l'asilo, proseguendo le discussioni sulla riforma migratoria nell’Ue».

 

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