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Attaccato dagli squali, turista italiano muore dissanguato in Colombia

E’ stato identificato il turista abruzzesse morto in Colombia. Si chiamava Antonio Straccialini, aveva 56 anni, ded era originario di Roseto. La conferma è arrivata dal sindaco della cittadina, Mario Nugnes. L’uomo, appassionato di viaggi in giro per il mondo, è morto venerdì dopo essere stato attaccato da uno squalo di fronte a una spiaggia turistica nella parte meridionale dell’isola di San Andrès, a «La Piscinita», una zona di scogliere dell’isola che fa parte dell’omonimo arcipelago nel Mar dei Caraibi. L’isola si trova a circa 480 chilometri a nord-ovest della costa della Colombia, di fronte alla costa est del Nicaragua. Il turista, portato in ospedale con una profonda ferita a una gamba, con tutta probabilità è morto per dissanguamento.

«Le informazioni sono ancora molto frammentarie e siamo a conoscenza di ciò che abbiamo letto sulla stampa, ma se si tratta di una persona che nuotava in superficie in un’area molto popolata da squali e poco antropizzata, la vicenda è sicuramente una tragedia dal punto di vista umano, ma non sorprende dal punto di vista ambientale. Per i predatori qualsiasi cosa nuoti in superficie è una preda e in quella zona la presenza di squali è notevole ed è aumentata notevolmente di recente».

Lo dice all’ANSA Alessandro Marroni, presidente di Dan Europe, organizzazione internazionale per la ricerca e la sicurezza in immersione, a proposito della vicenda avvenuta nelle acque di San Andres ai Caraibi. «In quella zona - sottolinea - era stata segnalata la presenza di squali tigre. Per lo squalo la persona che nuota in superficie è una preda, simile, ad esempio, ad una foca. Nelle zone altamente a rischio squalo, come l’Australia, le attività di superficie sono assolutamente sconsigliate e possono essere estremamente pericolose». Ribadendo che «al momento sappiamo poco sulla dinamica e le informazioni sono frammentarie», Marroni sottolinea che «se si fosse trattato di un sub sarebbe stato diverso, si tratterebbe di un caso particolare perché i sub raramente vengono attaccati dagli squali, ma se si tratta di nuoto in superficie - conclude - non c'è dietro un fatto ambientale particolare».

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