Un tempo d’amore che unisce anime in un legame indissolubile. Cos’è questo, se non un Anniversario? È il filo ininterrotto di esistenze e di eventi, tutto ciò che è umano, il dolore e le gioie, le angosce e le speranze, anelli che si susseguono sul filo di un’unica catena. Ed ecco, sono 70 gli anni di “Gazzetta del Sud”, 50 quelli della Fondazione Bonino Pulejo, mentre due anni fa il Giornale di Sicilia, uno dei più antichi e prestigiosi del Sud e di tutt’Italia, compiva i suoi “primi” 160 anni. Tre Anniversari in uno, che verranno celebrati il 13 aprile 2022.
L'evento
Un evento deve essere sempre commisurato al sentimento che si vive, si percepisce, si respira. Non si può far finta di nulla, quando nel cuore dell’Europa si muore sotto la pioggia assassina dei missili e degli aerei da combattimento, come nella Messina bombardata del 1943, quando si parla di terza Guerra mondiale come fosse un avvenimento tra gli altri. Veniamo da anni durissimi, e l’emergenza pandemica è ancora lì a ricordarcelo, che nell’ottica della contemporaneità, definiremmo i peggiori che avessimo mai potuto immaginare. Ma la Storia dell’Uomo è sempre stata così, un’alternanza di cicli, dove a volte la ferocia e la barbarie sono più forti della “pietas” e della solidarietà.
Gazzetta del Sud e Giornale di Sicilia, cronache e storie di ogni giorno
E in tutti questi decenni la Gazzetta del Sud, così come il Giornale di Sicilia, non hanno fatto altro che raccontare le cronache e le storie di ogni santo, benedetto o maledetto, giorno su questo pianeta Terra. Lo hanno fatto, sforzandosi di assicurare la voce libera di una informazione indipendente, che è come pensare di far navigare due velieri in mari in tempesta. Un’impresa quasi titanica. Ma complessivamente ce l’abbiamo fatta, queste navicelle-pirata continuano nella loro rotta, espressioni di due regioni, Sicilia e Calabria, che fanno parte della stessa piccola grande nazione, quella di un Sud che non si è mai rassegnato all’essere “figlio di un dio minore” e che continuerà a non rassegnarsi mai.
Il 13 aprile, ponte tra passato e futuro
Commisurato al sentimento dell’epoca, dicevamo. Ebbene sì, l’evento del prossimo 13 aprile sarà, nella sua sobria dignità, un ponte ideale tra il passato e il futuro e anche un momento per invocare quella pace che tutto il mondo oggi chiede. Quel ponte che è sempre, e a maggior ragione per gli organi di informazione, il “qui e ora”, il momento presente, quello dove si decidono le proprie e le altrui sorti, al di là di quello che è stato prima e anticipando ciò che si pensa possa accadere dopo.
Uberto Bonino e Maria Sofia Pulejo
È anche un dono di preveggenza l’essere ancorati al presente. E preveggente lo fu sicuramente quell’omone, alto, imponente, dai modi bruschi e dal grande cuore, che rispondeva al nome di Uberto Bonino. Se non fosse venuto lui dalla Liguria, se non si fosse innamorato dello Stretto, se non avesse deciso di investire, prima i suoi capitali di imprenditore, poi, assieme alla dolcissima consorte Maria Sofia Pulejo, il proprio patrimonio personale, staremmo a parlare di nulla, non ci saremmo nemmeno. Non ci sarebbero stati né quel piccolo giornale nato la domenica di Pasqua del 13 aprile 1952, in un’angusta sede ubicata in via XXIV Maggio, proprio accanto alla chiesa delle Barette, diventato giorno per giorno la grande “Gazzetta”, né la Fondazione che Bonino e Pulejo fecero nascere nel 1972 e che da allora è un punto di riferimento insostituibile per l’intero Meridione. Riferimento culturale e sociale, che nei decenni ha dato la possibilità, grazie alle storiche Borse di studio, a migliaia di studenti calabresi e siciliani, di proseguire gli studi in prestigiose Università, di confrontarsi con il resto del mondo. Riferimento di livello nazionale e internazionale, per i rapporti intessuti anche con le più alte istituzioni europee, e non solo, come dimostra il prestigio delle personalità venute a Messina per ricevere il Premio Bonino.
L'eredità
Preveggenti, cioè anticipatori di scenari futuri con mosse compiute sulle scacchiere del presente, il “qui e ora”, sono stati anche coloro che hanno raccolto l’eredità del Cavaliere del Lavoro Uberto Bonino, gli indimenticabili Giovanni Morgante e Nino Calarco, quel duo indissolubile che ha attraversato i decenni con sulle spalle l’onere, e l’onore, di continuare il cammino intrapreso, come Società editoriale del Sud, come Gazzetta e Fondazione. E preveggente si sforza d’essere, ogni giorno, Lino Morgante, altro “tassello” di questa catena che si va snodando da 70 e 50 anni: bisogna assolutamente mantenere salda la rotta in mari che sono più in tempesta che mai. Ebbene, ha prefigurato, e concretamente realizzato, il sogno di un grande network del Sud, che nella Gazzetta e nel Giornale di Sicilia ha le sue colonne portanti, che comprende anche le televisioni Tgs e Rtp e le radio, che può vantare due siti online tra i primissimi posti, per numeri di contatti e qualità di informazione, nella classifica nazionale.
Voci libere e indipendenti per il riscatto del Sud
Non sarà un Anniversario da “suonarcela e cantarcela noi”, non ce ne sarebbe la voglia, non ce n’è bisogno. Sarà un evento, invece, che intende ribadire il ruolo decisivo, oggi più che mai, di questo “ponte” tra Sicilia e Calabria, di questo insieme di voci libere e indipendenti che hanno deciso di scommettere sul riscatto del Sud. E hanno dimostrato, e lo stanno dimostrando ancora, che questa scommessa non è utopia. La si può vincere.
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