Lunedì 23 Dicembre 2024

Ginnasta di 11 anni uccisa da raid russo a Mariupol, morto anche il padre

Kateryna Dyachenko sognava di diventare una ginnasta di fama mondiale. E magari di competere per il suo Paese, l’Ucraina, alle Olimpiadi. Il suo sogno si è infranto contro i missili russi che hanno colpito e raso al suolo la sua abitazione a Mariupol: aveva solo 11 anni. Nel raid russo è morto anche il padre mentre la madre e il fratello si sono miracolosamente salvati anche se quest’ultimo ha riportato ferite gravi. Ma i due non possono essere evacuati dalla città martoriata e restano intrappolati insieme ad altre migliaia di persone. A dare la notizia della morte di Kateryna è stata la sua allenatrice, Anastasia Meshchanenkova, con un post su Instagram e una foto che la ritrae insieme alla piccola ginnasta. Kateryna porta al collo una medaglia e una piccola coppa: entrambe sorridono al futuro, ad altre medaglie da conquistare. La foto è stata scattata a dicembre scorso, quando la guerra era lontana e Kateryna poteva ancora sognare. La sua tragica morte ha suscitato commozione e indignazione dalle organizzazioni di ginnastica di tutto il mondo. «Non posso crederci...la nostra collega ucraina ha condiviso questa terribile tragedia. Questa creatura meravigliosamente tenera è già un angelo», ha detto la ginnasta bulgara Iliana Raeva, presidente della Federazione nazionale di ginnastica ritmica. Anche la ginnastica ritmica svizzera ha reso omaggio alla giovane star: «Riposa in pace, Katya! La giovane e bella ginnasta di Mariupol ha lasciato questo mondo troppo presto. Lei è una delle tante vittime di una guerra senza senso», scrive su Twitter. La casa di Kateryna è crollata dopo un colpo diretto dell’artiglieria russa a Mariupol, la città bombardata quasi costantemente dal primo giorno dell’invasione militare russa. Elettricità, acqua, cibo e riscaldamento sono stati interrotti a causa dei continui bombardamenti intrappolando almeno 100mila persone. «Aveva molti sogni Katya e una vita fantastica davanti a lei. Ma non potrà mai più esibirsi di nuovo. È morta. È morta solo perché era sulla strada dell’esercito russo che vuole ridurre in cenere questa eroica città di Mariupol», ha scritto il giudice di gara di ginnastica ritmica, Lidia Vynogradna in un lungo post su Instagram. «Non sarà nemmeno seppellita - continua - Nessuno potrà visitarla al cimitero. Nella mia testa c'è solo l’immagine di una bambina chiusa in una busta di plastica e seppellita in giardino. Questo è l’unico modo in cui le persone possono essere seppellite ora. E’ davvero immaginabile tutto ciò nel 21esimo secolo?».

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