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Aziende confiscate: dalla Puglia un portale per gestirle e valorizzarle

Sono 118 le aziende confiscate in Puglia, il 6,2% del totale nazionale. La maggior parte è nel commercio (41), seguono alberghi e ristoranti (17), attività immobiliari, noleggio, informatica, ricerca, servizi alle imprese (14), costruzioni (11), agricoltura (6), trasporti e magazzinaggio (5) e la restante in altri settori. Questa la ripartizione per province: 34 a Bari, 6 nella Bat, 27 a Brindisi, 6 a Foggia, 18 a Lecce e 27 a Taranto.
Sono numeri emersi stamani nella tappa barese del roadshow di O.K. Open Knowledge, il programma che la Camera di commercio di Bari svilupperà a livello territoriale fino a dicembre 2022, con il coordinamento di Unioncamere nazionale, insieme alle camere di commercio di altre quattro regioni (Campania, Basilicata, Calabria e Sicilia) oggetto dell'intervento nell'ambito del Programma Operativo Nazionale sulla legalità 2014-2020 gestito dal Ministero dell’Interno. Obiettivi: diffondere la conoscenza del portale aziendeconfiscate.camcom.gov.it presso i principali soggetti territoriali, in modo tale che possano svilupparsi sinergie e collaborazioni fra istituzioni, imprese, associazioni di categoria, cooperative e imprese sociali; restituire al mercato legale le imprese confiscate alla criminalità organizzata; consentire il controllo sociale da parte della collettività sugli interventi in corso d’opera e sugli effetti da essi derivanti.
«Open Knowledge vedrà la Camera di Commercio di Bari impegnata a creare valore sociale, economico e civile per il territorio, in rete con il sistema camerale nazionale e con tutti i soggetti coinvolti», ha dichiarato in apertura il presidente dell'ente barese, Alessandro Ambrosi, che ha aggiunto: «Riportare le aziende confiscate nel mercato legale è un'azione di rete e per questo serve favorire le collaborazioni e i partenariati tra pubblico e privato Si ottiene quindi un duplice effetto virtuoso: da un lato, diffondere la cultura della legalità e dall’altro, riattivare l’economia di intere filiere, da monte a valle, generando valore aggiunto, occupazione e ricchezza».

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