Poteva ipotizzarsi un classico "pesce d'aprile" ma ancora una volta il Tar Lazio 1^ Sezione bis sorprende favorevolmente gli iscritti al sindacato militare Siulm e con un'ordinanza ha rimesso il giudizio alla Corte Costituzionale, per il personale militare sospeso per non avere assolto all'obbligo vaccinale per il Covid 19. Già nel mese di febbraio il tribunale Amministrativo aveva accolto le istanze dei ricorrenti iscritti al Siulm e difesi dall'avvocato Giulia Monte, per l'annullamento dei provvedimenti di sospensione dall'attività lavorativa che erano stati emanati dai datori di lavoro o autorità delegate, in virtù della circolare dello Stato Maggiore Difesa che disciplinava quanto deciso dal governo con il Decreto Legge n. 172, poi convertito in legge. Lo studio legale aveva allora notificato il decreto del Tar Lazio al Ministero della Difesa e agli Enti dei ricorrenti per dare tempestiva esecuzione allo stesso. "Tuttavia dobbiamo lamentare una disparità di trattamento - afferma il sindacato - perpetrata nei confronti del personale militare delle diverse Forze Armate. Infatti, risulterebbe che tra i ricorrenti, quelli appartenenti all'Esercito sono stati tempestivamente reintegrati in servizio con il pagamento degli emolumenti economici previsti. Purtroppo, la stessa cosa non è avvenuta per alcuni colleghi delle altre FF.AA. che sono stati richiamati in servizio solo il 25 marzo a seguito dell'approvazione del D.L. del 24 marzo 2022. È intendimento del Siulm scrivere al Ministro della Difesa On. Lorenzo Guerini e al Capo di Smd Amm. Giuseppe Cavo Dragone, affinché venga sanata questa grave sperequazione, riconoscendo, in attesa del pronunciamento della Corte Costituzionale, il diritto al pieno trattamento economico a decorrere da febbraio per tutti i ricorrenti. Il Siulm attenderà con fiducia il pronunciamento della Suprema Corte. Ringraziamo lo studio legale Monte e i colleghi del sindacato Itamil - conclude - che si sono anch'essi prodigati per l'organizzazione iniziale di questo ricorso e quanti hanno creduto in noi".