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Cadavere riaffiora dal Po: dentro ad un borsone resti senza vestiti e né testa

È un corpo nudo, in discreto stato di conservazione e senza la testa, quello ritrovato l’altra mattina in una sacca a Occhiobello, lungo il Po, in un luogo, la curva Malcanton dove il fiume straripò nel 1951. E’ quanto trapela stamane dagli investigatori che sono tornati in queste ore sul luogo della scoperta per acquisite ulteriori elementi. A fare il ritrovamento sono stati alcuni pescatori, che hanno notato l’involucro in mezzo alle pietre dell’argine e hanno chiamato i carabinieri. Un primo sommario esame dei resti farebbe pensare al cadavere di una donna, ma al momento è un’ipotesi.

Il fiume solo ieri, diverso tempo dopo il delitto, ha restituito il cadavere, facendo affiorare il borsone di colore nero in una golena del grande fiume in Veneto. Un passante, nel pomeriggio di lunedì 4 aprile, ha notato quel sacco adagiato tra l’acqua bassa e l'argine, ed ha allertato le forze dell'ordine. Quando, con grande attenzione, è stata aperta la chiusura del borsone l’immagine che si è presentata ad investigatori e medico è stata scioccante: dal sacco è spuntata la sagoma inconfondibile di un corpo, quasi certamente quello di una donna, come si è potuto desumere dalla schiena della vittima. Età e identità sono ancora da scoprire.

La Procura di Rovigo ha aperto un fascicolo contro ignoti con l’ipotesi di omicidio

Il corpo era in fase di decomposizione, per la permanenza in acqua, ma non in pessime condizioni, o tali da immaginare che il decesso risalga a molto tempo fa. Il delitto, quale ne sia la modalità, sarebbe avvenuto altrove. Il sacco è stato buttato a monte del fiume, chissà a quanti chilometri di distanza, e la corrente del Po l'ha trascinato fino in Polesine. Non distante dalla golena di Santa Maria Maddalena si trova la cosiddetta 'curva di Malcantone', dove il fiume ruppe l’argine nel 1951, allagando tutta la provincia. La gente del posto, che conosce i giochi delle correnti del Po, ritiene improbabile che il borsone sia stato lanciato in acqua in un punto vicino ad Occhiobello.

La segnalazione

Secondo indiscrezioni, non confermate per ora dagli investigatori, il cadavere si presenterebbe decapitato; ma la causa potrebbero essere stata un colpo subito contro un albero galleggiante o un masso dell’alveo del fiume. Dell’indagine, coordinata dalla pm di Rovigo Andrea Bigiarini, si occupano i carabinieri del nucleo investigativo di Rovigo. Il ritrovamento è avvenuto ieri, su segnalazione di una persona che percorreva l’argine, ma solo oggi l’autorità giudiziaria ha diffuso, la notizia.

Le ipotesi sull'identità della vittima

Subito sono iniziate le ipotesi sul fatto che la macabra scoperta possa portare alla soluzione di uno dei casi eclatanti di omicidio in cui i corpi delle vittime non sono più stati rinvenuti: come quello di Isabella Noventa, scomparsa da Padova il 15 gennaio 2016, o quello di Samira El Attar, scomparsa a 43 anni il 21 ottobre 2019 - in entrambi i casi i presunti autori sono stati condannati - Ma secondo fonti investigative, lo stato di conservazione non sarebbe compatibile con quello di un corpo rimasto in acqua per due o più anni. Nel sacco si sarebbe trovato poco più di uno scheletro. Allo stesso modo, anche l'ipotesi che possa trattarsi di Saman Abbas, la 18enne sparita da Novellara dal 30 aprile 2021, non trova al momento riscontro negli investigatori che si occupano del caso.

Sono state però allertati tutti i comandi e le stazioni delle forze dell’ordine a monte del Po rispetto al luogo del ritrovamento, per capire se vi possano essere elementi che metterebbero in relazione questo caso con quelli di delitti irrisolti, avvenuti in province attraversate al grande fiume. La salma è stata portata all’obitorio dell’ospedale di Rovigo, per gli esami degli anatomopatologi e l’autopsia.

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