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No Green pass: licenziato Stefano Puzzer, leader delle proteste di Trieste

Stefano Puzzer

Stefano Puzzer, il leader delle proteste al Porto di Trieste e successivamente in generale della contestazione al Green pass, è stato licenziato dall’Agenzia per il lavoro portuale, per «giusta causa». Lo ha reso noto lo stesso Puzzer in un video postato in Facebook annunciando che si "batterà con tutte le forze contro la decisione dell’azienda», la Agenzia dei lavoratori portuali di Trieste (Alpt). «Io la Pasqua la passerò comunque serenamente. Spero che voi, che avete questa cattiveria, siate convinti di essere nel giusto; voi mi avete portato l’uovo di Pasqua, e io vi darò la sorpresa. Adesso ne vedremo delle belle. La gente come noi non molla mai». E’ il sibillino messaggio lanciato da Stefano Puzzer nel lungo video postato oggi, salvo poi moderare i toni e precisare: «A voi che mi avete licenziato dico "vi voglio bene" e spero che i ricatti cui siete sottomessi vi permettano di guardare lo stesso negli occhi i vostri figli e le vostre famiglie». In oltre dodici minuti di video, girato a casa con moglie, figli e un collega amico, Puzzer parla di «delatori», di un "sistema" che gli ha installato «un Gps sotto la macchina pensando chissà di riuscire a scoprire cosa» e che gli ha anche "manomesso la macchina". Il leader dei No Green pass prosegue nelle sue accuse: «Non ce l’avete fatta quando vergognosamente avete inquinato le mie urine con la cocaina; c'è stato un processo è tutto documentato, si trova tutto su Google». Noi "non ci siamo piegati" e «metteremo fuori tutte le carte», mi "batterò con tutte le mie forze. Il mio lavoro è più di un lavoro, è appartenenza e prima o poi tornerò a fare il lavoratore portuale».

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