Il presidente del Consiglio «sta bene, è completamente asintomatico e segue costantemente da remoto tutta l’attività di governo». Così fonti di palazzo Chigi descrivono le condizioni di Mario Draghi dopo la notizia della positività al Covid del premier resa nota nella mattinata di ieri. Draghi, che sarebbe dovuto partire domani e dopodomani per la due giorni di missione africana in Angola e Congo, per proseguire la strategia del governo di stringere accordi internazionali che assicurino all’Italia fonti di approvvigionamento alternative al gas russo, ha avuto dei contatti telefonici con il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio e il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, che rappresenteranno il governo nella visita a Luanda e Brazzaville. E contatti telefonici sono previsti con i titolari dei vari dicasteri, in particolare con i ministri più direttamente coinvolti nei dossier più “caldi” della settimana, a cominciare da Daniele Franco e Marta Cartabia. Energia, fisco e giustizia infatti sono i principali dossier dell’agenda politica della settimana. Il premier, al momento, è previsto che rimanga nella sua casa di Città della Pieve tutta la settimana per rientrare a Roma domenica prossima. Sul fronte energia, dopo la missione in Algeria, l’esecutivo continua nella strategia annunciata già nelle ore successive all’attacco della Russia all’Ucraina, che punta alla diversificazione delle fonti di approvvigionamento per limitare la dipendenza del paese dalle forniture di Mosca. In questo quadro si inserisce la missione in Africa alla quale avrebbe dovuto partecipare lo stesso Draghi. Giovedì intanto approda in Aula al Senato il decreto Energia, già licenziato da Montecitorio con voto di fiducia e da convertire in legge entro il 30 aprile, mentre si torna a discutere, tra le polemiche, dell’eventualità di una riapertura delle centrali a carbone per far fronte alla eventuale riduzione del gas in arrivo da Mosca. Sul tavolo anche il tema giustizia, su cui le forze della maggioranza continuano a discutere. L’Assemblea di Montecitorio ha iniziato in mattinata la discussione generale sulla riforma dell’ordinamento giudiziario e del Csm e si attende la presentazione degli emendamenti: il rischio di un rallentamento è possibile, anche se il Parlamento è costretto a una corsa contro il tempo per l’approvazione dei provvedimenti prima delle elezioni di luglio dell’organo di autogoverno dei magistrati. Le forze politiche inoltre, sono alla ricerca di strumenti che possano dare risposte alla crisi economica innescata dal conflitto in Ucraina. Il Pd ha insediato una task force permanente al Nazareno che lavora su alcuni punti, ma la priorità per i dem è quella di difendere e rafforzare il potere d’acquisto attraverso interventi sui salari e sulle pensioni, come ha già fatto sapere il segretario Enrico Letta. Il Movimento 5 Stelle preme per un nuovo scostamento di bilancio e un taglio all’Iva sui beni di prima necessità, mentre Lega e FI continuano a tenere alta l’attenzione sul fisco. Sul nodo delega fiscale, oggetto di un vertice tra Draghi e il centrodestra la settimana scorsa, è previsto un nuovo incontro in settimana del premier con i leader delle forze della destra di governo. Il tema si intreccia con l’avvio in Parlamento dell’esame del Def: il Documento di economia e finanza approderà in Aula alla Camera domani mattina e il voto a maggioranza assoluta sulla Relazione è attesa entro le 14,30. Il Def sarà invece all’esame dell’Aula di palazzo Madama sempre domani a partire dalle 14.