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Studentessa di Siena rivela: molestie verbali dal prof. C'è pure un video

Avrebbe ricevuto apprezzamenti sessuali da un suo professore quando frequentava un liceo senese. Vicenda segnalata alla dirigenza della scuola con una pec inviata il 27 gennaio scorso dall’avvocato Claudia Bini, legale del centro antiviolenza «Donna chiama donna» di Siena a cui si è rivolta la ragazza.

Avrebbe ricevuto apprezzamenti sessuali da un suo professore quando frequentava un liceo senese. Vicenda segnalata alla dirigenza della scuola con una pec inviata il 27 gennaio scorso dall’avvocato Claudia Bini, legale del centro antiviolenza «Donna chiama donna» di Siena a cui si è rivolta la ragazza. Mail seguita dopo pochi giorni da una lettera inviata da altri 49 tra studentesse e studenti con cui si chiedevano provvedimenti sempre alla dirigenza scolastica.

Il professore è rimasto al suo posto ma lo stesso liceo ha poi segnalato il caso alla procura. E’ la vicenda raccontata oggi dall’associazione 'Donna chiama donnà dopo aver appositamente convocato una conferenza stampa. L’associazione ha anche reso anche noto che due anni fa, nel 2020, «alcune studentesse del liceo avevano realizzato e diffuso un video in cui si metteva in luce la violenza verbale e psicologica che si celava in espressioni di "catcalling", senza fare accuse specifiche al docente». «Quel video - spiega ora "Donna chiama donna" - esprimeva il dolore e il disagio di quelle ragazze per le molestie che subivano da parte di un loro professore, tutte documentate, con battute a sfondo sessuale, apprezzamenti espliciti anche durante le interrogazioni, gesti e contatti fisici equivoci, commenti continui alle foto pubblicate sui social». La vicepresidente dell’associazione, Rossana Salluce, ha voluto anche sottolineare il coraggio della ragazza «perché le studentesse più giovani non dovessero continuare a subire quelle stesse molestie, considerato che il docente, nonostante le nostre comunicazioni all’istituto, è sempre al suo posto».

L’associazione, tramite l’avvocato, il 27 gennaio ha inviato la pec oltre che al liceo alla direzione scolastica regionale e a quella provinciale evidenziando anche una diretta responsabilità della scuola nel caso non avesse «protetto i propri allievi e li invitava ad assumere tutte le misure necessarie per» tutelarli e «punire il responsabile». Pochi giorni dopo la lettera degli altri 49 studenti. A più di un mese di distanza, e dopo nuovi solleciti da parte dell’associazione, la segnalazione, da parte della scuola alla procura. «Il professore è rimasto al suo posto - conclude l’associazione. - E chi ha subito le sue molestie si rammarica che in quella scuola abbiano finto di non vedere. Se la scuola fosse intervenuta per tempo, il professore si sarebbe fermato senza bisogno di azioni legali».

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