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Scuola, programmata l'era dei “tagli”: sindacati in fibrillazione. Ecco il Decreto reclutamento

Il ministro Patrizio Bianchi

I maggiori sindacati della scuola - Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda - finita la giornata del 1 maggio, danno il via alle mobilitazioni della scuola contro il decreto sul reclutamento, appena pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Una mossa che prelude allo sciopero se il Parlamento non modificherà il testo, proprio nella fase finale dell’anno scolastico, giunto a 25 giorni dal termine. Il sindacato Anief, invece, ha già proclamato lo sciopero per la giornata del 6 maggio.
«Un decreto che disvela la sindrome di Erode che guida la politica scolastica», commenta Ivana Barbacci, segretaria generale Cisl Scuola. «Il decreto legge sul reclutamento trascura i precari e prevede premialità solo a coloro che fanno formazione, il Patto per la scuola è stato disatteso; il personale della scuola non può essere considerato il nulla in questo Paese», dice in piazza anche Elvira Serafini, numero uno dello Snals.

Per Anief, il decreto pubblicato in Gazzetta è «addirittura un testo peggiorativo rispetto alla bozza iniziale. Nel testo definitivo, infatti, figurano anche degli incentivi legati alla continuità di sede di servizio. E si conferma una riforma a costo zero, perché le risorse per gli incentivi saranno reperite attraverso la cancellazione di 10mila cattedre di potenziamento a partire dal 2026: non è un caso se i 'premi' una tantum arrivino solo dal 2027». I sindacati calcolano i tagli agli organici di diritto: 1.600 posti per il 2026/27, 2000 posti per il 2027/28, 2.000 posti per il 2028/29, 2.000 posti per il 2029/30 e 2.000 posti per il 2030/31, ulteriori riduzioni possono essere previste in base ai pensionamenti. Suggerisce la strada del doppio canale (che piace ai sindacati) il sottosegretario all’Istruzione Rossano Sasso (Lega). «Per me, ai fini del reclutamento, la strada maestra rimane quella del doppio canale, individuata ai tempi del ministero dell’Istruzione guidato dal presidente Mattarella. Un bravo docente non è quello esperto in nozioni, ma colui il quale è in grado di trasmettere il sapere ai propri ragazzi e i concorsi a crocette si sono rivelati inopportuni, inefficaci e fallimentari. Abbiamo decine di migliaia di insegnanti precari con oltre 36 mesi di servizio, stabilizziamo loro e poi prevediamo un reclutamento con prove concorsuali diverse da quelle attuali». Mentre i ministri dell’Istruzione Bianchi e dell’Economia Franco precisano che le risorse per il Fondo di incentivazione «sono state previste in quella entità, in considerazione dell’urgenza di consentire alle norme in materia di istruzione di essere inserite, essendo obiettivo di giugno per il Pnrr, nel dl» ma con un emendamento, già in sede di conversione del dl, a partire al 2026, i due ministri confermano l’impegno del Governo a "incrementare significativamente il fondo, fermo restando che le economie derivanti dagli effetti della denatalità saranno reinvestite nel settore istruzione».

Cos'è il Decreto reclutamento già pubblicato sulla Gazzetta ufficiale

Come si precisa sul sito specializzato Orizzonte scuola, è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il testo del decreto legge, che contiene la riforma del sistema di reclutamento degli insegnanti, così come prevista dal PNRR. All’interno l’avvio di un sistema di formazione dei docenti che prevede premi incentivanti. Non mancheranno polemiche sulle modalità di reperimento delle risorse.

Formazione a premi

Si tratta di una formazione parallela a quella istituita dalla riforma “La Buona scuola” che mira a potenziare le competenze dei docenti. L’adesione a questi corsi sarà volontaria, obbligatoria per i neoassunti, e avrà durata triennale. Al termine del percorso i docenti che avranno conseguito una valutazione positiva saranno “incentivati” con un obolo di carattere accessorio.

I fondi

I fondi per il “premio” una tantum ai docenti ammonterà a 20 milioni di euro nel 2026, 85 milioni di euro nell’anno 2027, 160 milioni di euro nell’anno 2028, 236 milioni di euro nell’anno 2029, 311 milioni di euro nell’anno 2030 e 387 milioni di euro a decorrere dall’anno 2031.

Da dove provengono i soldi

Secondo quanto si legge nel testo del Decreto pubblicato in Gazzetta, “l’indennità una tantum è corrisposta nel limite di spesa di cui al primo periodo, nell’anno di conseguimento della valutazione individuale positiva. Agli oneri derivanti dall’attuazione del presente comma si provvede mediante razionalizzazione dell’organico di diritto effettuata a partire dall’anno scolastico 2026/2027″, in via prioritaria sui posti di organico per il potenziamento, decurtandoli dai posti lasciati liberi dai pensionamenti.

Il contingente in dotazione alle scuole che sarà tagliato al fine di reperire i fondi per premiare i docenti che si formeranno volontariamente sarà:

  • *1.600 posti a decorrere dall’anno scolastico 2026/2027,
  • *2.000 posti a decorrere dall’anno scolastico 2027/2028,
  • *2.000 posti a decorrere dall’anno scolastico 2028/2029,
  • *2.000 posti a decorrere dall’anno scolastico 2029/2030,
  • *2.000 posti a decorrere dall’anno scolastico 2030/2031.

Con i “tagli” pensati in questo DL l’equilibrio raggiunto in questi anni verrebbe meno.

Trattandosi di posti in organico di diritto, il taglio potrà riguardare in maniera trasversale

  • *immissioni in ruolo
  • *supplenze al 31 agosto
  • *trasferimenti dei docenti di ruolo
  • *assegnazioni provvisorie

Il testo del decreto passerà adesso al vaglio del Parlamento per la trasformazione in Legge entro 60 giorni. Il primo passaggio dovrebbe essere al Senato. Quindi potrà ancora subire modifiche, rettifiche, eventuali cancellazioni di alcune parti, a seconda l’equilibrio che le forze politiche troveranno in sede di conversione.

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