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Consulenze, missioni e cancelleria: la Regione Calabria spende ancora troppo

Un report nazionale evidenzia significative differenze con le altre realtà. Nel 2020 spesi 2,3 milioni in incarichi. Appena 260mila in Lombardia. Digitalizzazione lontana: in Calabria si preferiscono carta e stampati

È ancora lunga la strada per una spesa pubblica che sia davvero virtuosa, in alcune regioni più che in altre. E la Calabria in questo ha ancora un consistente tratto da percorrere. Sono in atto cambiamenti, certo, ma bisogna vedere dove questi porteranno, mentre il passato dovrà senz’altro fare da monito per eventuali correzioni di rotta. In questo caso non si tratta di spese per servizi particolari, ma di un utilizzo delle risorse che probabilmente meriterebbe molta attenzione. I dati sono quelli del progetto “Pitagora” elaborato per Adnkronos dalla Fondazione Gazzetta amministrativa della Repubblica italiana, che mette sotto i riflettori i costi sostenuti al 2020 da Regioni e capoluoghi di provincia.
Osservando dunque questi dati emerge che per quanto riguarda la spesa per incarichi e consulenze la Regione Calabria non brilla affatto, tutt’altro. Nel 2020 la spesa si è attestata a più di 2.3 milioni, in calo rispetto ai 3.1 del 2019 ma grossomodo in linea con gli anni precedenti. E questa performance la colloca chiaramente tra le Regioni meno efficienti, assieme a Basilicata e Molise. Le Regioni più efficienti hanno sostenuto costi per 297mila euro (Lazio), 262mila (Lombardia) o 48mila (Liguria). Differenze significative, insomma. E ci si dovrebbe poi interrogare anche sugli effetti in termini pratici della spesa calabrese. Ossia se ci siano stati o meno dei benefici.

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