Il Sindacato Unitario Lavoratori Militari (Siulm) esprime la propria iniziale soddisfazione per l’approvazione alla Camera del testo unificato elaborato dal Comitato ristretto che ha abbinato le proposte di legge formulate dalle varie compagini politiche, relativo alla revisione del modello di reclutamento dei volontari in ferma prefissata, il differimento della riduzione delle dotazioni organiche a suo tempo previste dalla legge 244/2012 (c.d. Legge Di Paola) e che prevede anche la delega al Governo per la revisione dello strumento militare nazionale.
Inoltre, il Siulm esprime il proprio disappunto per quanto riportato nell’articolo 9 comma 2 del disegno di legge, ove è stato previsto solo il parere formulato dal Consiglio centrale di rappresentanza e non delle organizzazioni sindacali militari normativamente riconosciute.
Ricordiamo che il provvedimento prevede di prorogare, sino all’anno 2034, il termine previsto per il graduale conseguimento della riduzione delle dotazioni organiche complessive di Esercito, Marina Militare e Aeronautica Militare, fissate a 150.000 unità.
Viene poi realizzato un nuovo sistema di ferme dei volontari delle Forze armate, che persegue l’obiettivo di:
• ridurre il cd. “precariato”, contraendo il periodo massimo per l’accesso al servizio permanente dei volontari più meritevoli, dagli attuali 11 anni ad un massimo di 7 anni;
• rendere complessivamente più appetibile la professione militare nelle carriere iniziali, anche attraverso il miglioramento del trattamento economico e dello stato giuridico;
• consentire maggiori opportunità di progressione di carriera e di transito di categoria/ruolo all’interno delle Forze armate con la rimodulazione degli organici nei ruoli superiori;
• migliorare la qualità del personale nelle ferme iniziali, riducendo il numero annuale degli ingressi con conseguente aumento della probabilità di raggiungere gli obiettivi di reclutamento prefissati;
• consentire alle Forze armate maggiori opportunità per la formazione e la specializzazione del personale già nei primi anni di ferma (VFPI);
• contenere il fenomeno dell’invecchiamento dei ruoli iniziali delle Forze armate, riducendo il limite di età per l’accesso ai VFPI – da 25 a 24 anni – e ai VFPT - da 30 a 28 anni -, contraendo nel contempo il periodo massimo per il transito nel servizio permanente.
Non siamo d’accordo, afferma il Siulm con la norma che ripristina la possibilità di conseguire il grado vertice per i Capi dei corpi sanitari e tecnico-logistici delle Forze armate, nonché per gli ufficiali più anziani dell’Arma dei trasporti e dei materiali dell’Esercito e delle Armi dell’Aeronautica militare. Infatti tale previsione era stata cancellata per volontà dell’allora Ministro della Difesa con la legge 23 dicembre 2014, n. 190 “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2015), per ovvie ragioni di carattere economico-finanziarie. La riesumazione di questa norma incrementerebbe il numero dei Generali di Corpo d’armata di circa 7 unità. Su questo provvedimento, sembrerebbe che lo stesso Ministero dell’Economia e delle Finanze avesse espresso parere contrario, in quanto queste promozioni avrebbero prodotto effetti emulativi sui Corpi di Polizia, tenuto conto che il comparto è governato dal principio di equiordinazione.
Inoltre, apprendiamo con interesse che il provvedimento prevede, tra l’altro, il conferimento al Governo della delega per adottare uno o più decreti legislativi:
- per la revisione dello strumento militare nazionale, con la previsione di un contingente aggiuntivo in soprannumero, non inferiore a 10.000 unità, di personale militare anche ad alta specializzazione da impiegare con compiti specifici in circostanze di pubblica calamità e in situazioni di straordinaria necessità e urgenza. Quest’ultima previsione se accompagnata da misure organizzative presso i reparti del sud del Paese, potrebbe consentire al personale anziano di poter ricongiungersi con i propri nuclei familiari d’origine;
- istituzione di una riserva ausiliaria dello Stato non superiore a 10.000 unità di personale volontario, ripartito in nuclei operativi regionali poste alle dipendenze di autorità militari individuate con decreto del Ministro della Difesa;
- revisione della disciplina sui transiti nell’impiego civile del personale delle Forze armate giudicato non idoneo al servizio militare incondizionato;
- misure a favore dei volontari in ferma prefissata in materia di reclutamento nelle altre categorie di personale delle Forze armate, formazione per l'acquisizione di competenze polifunzionali utilizzabili anche nel mercato del lavoro e agevolazioni per il reinserimento nel mondo del lavoro dopo il congedo;
- revisione della struttura organizzativa e ordinativa del Servizio sanitario militare secondo interforze e di specializzazione, prevedendo tra l’altro la possibilità per i medici militari e il personale delle professioni sanitarie di esercitare l’attività libero professionale intramuraria.
Quest’ultima previsione potrebbe sanare la tematica relativa alla stabilizzazione degli Ufficiali medici e i Marescialli Infermieri in ferma prefissata reclutati con provvedimenti straordinari dovuti alla crisi pandemica del Covid 19. Inoltre, l’occasione normativa potrebbe essere propizia per sanare le criticità dei graduati Operatori Logistici della Sanità che come figure di supporto sanitario non sono pienamente riconosciuti dal Ministero della Salute. Infatti, giova ricordare che al comma 2 del Decreto Legislativo n. 66 del 2010, viene statuito “L’attività sanitaria è consentita al personale in possesso dei titoli per l’esercizio delle professioni sanitarie e alle figure di supporto sanitario, riconosciute dal Ministero della salute, fatto salvo quanto previsto dall’art. 213 per i soccorritori militari.
Ci sorprende inoltre, che un provvedimento che si propone anche lo “svecchiamento” delle Forze armate, non abbia stabilito di estendere fino al 2033 anche le disposizioni transitorie contenute nell’articolo 2209 septies del COM che prevedono l’aspettativa per la riduzione dei quadri (ARQ) anche per il personale non dirigente dell’Esercito Italiano, della Marina militare e dell’Aeronautica militare. Peraltro tale norma non hai mai trovato attuazione, privilegiando il collocamento in ARQ (anche d’autorità) anche per giovani Colonnelli e Generali o gradi corrispondenti.
Infine, seguendo la stessa ratio, questo sindacato militare Siulm chiede di estendere al 2033 anche le norme transitorie (artt. 2229 e 2230 del COM) per il collocamento in ausiliaria a domanda degli ufficiali e dei sottufficiali dell’Esercito Italiano, della Marina Militare e dell’Aeronautica, aprendo tale possibilità anche a quei Graduati anziani, che fino al 2033, saranno in possesso dei requisiti previsti (trovarsi a non meno di 5 anni dal limite d’età).
Questo Siulm si ripromette di inviare una scheda tecnica – normativa che contenga le preannunciate proposte di revisione.
Caricamento commenti
Commenta la notizia