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Vaiolo delle scimmie, Gismondo: non è grave ma mancano le terapie mirate

Dopo l’isolamento del virus «si può procedere con le ricerche su nuove molecole antivirali», anche se il vaiolo delle scimmie rimane una malattia «non grave, che non minaccia letalità se non in casi rarissimi di persone fragili o immunocompromesse. Ma non ci sono terapie mirate».

Maria Rita Gismondo

Dopo l’isolamento del virus «si può procedere con le ricerche su nuove molecole antivirali», anche se il vaiolo delle scimmie rimane una malattia «non grave, che non minaccia letalità se non in casi rarissimi di persone fragili o immunocompromesse. Ma non ci sono terapie mirate». Lo ha detto all’ANSA Maria Rita Gismondo, la direttrice del laboratorio di Microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano che ieri ha isolato il "monkeypoxvirus", responsabile del vaiolo delle scimmie attualmente presente in Europa.

Salgono i casi di vaiolo delle scimmie in diversi Paesi dall’Australia all’Italia. Secondo l’Oms il virus sembrerebbe simile al ceppo meno aggressivo endemico nell’Africa occidentale. Il contagio avviene da una persona all’altra per stretto contatto con lesioni, fluidi corporei, goccioline respiratorie e materiali contaminati come le lettiere.

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