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'Ndrangheta, l'assessore piemontese Rosso condannato a 5 anni

Il tribunale di Asti ha condannato a 5 anni l’ex assessore regionale di Fratelli d’Italia Roberto Rosso, nell’ambito del processo Carminius, contro le cosche della 'ndrangheta che secondo l’accusa agivano a Carmagnola e nella cintura sud di Torino. Erano 29 gli imputati, tra cui 13 accusati di associazione mafiosa. Tra di loro anche Rosso, accusato di voto di scambio politico mafioso, per aver, secondo i Pm Paolo Toso e Monica Abbatecola chiesto appoggio elettorale, pagando anche una cifra 7.800 euro a due presunti boss, Onofrio Garcea e Francesco Viterbo, già condannati in precedenza.
L’accusa aveva chiesto per Rosso 11 anni di reclusione, mentre la difesa aveva chiesto il proscioglimento. L’ex assessore è stato anche condannato a risarcire Fratelli d’Italia, che si era costituita parte civile, per 75mila euro. Da quantificare invece il risarcimento nei confronti di Regione Piemonte. Sessantadue anni, nato a Casale Monferrato, poi a lungo vissuto nel Vercellese, Rosso era stato uno degli «enfant prodige» della Democrazia Cristiana piemontese, di cui è stato anche vice segretario regionale. Amministratore locale a Trino, poi consigliere provinciale a Vercelli, allo scioglimento della Dc nel 1994 aderisce a Forza Italia, partito per il quale è stato anche sottosegretario e poi assessore regionale. Passato a Fratelli d’Italia, è stato eletto nel 2018 al Consiglio regionale del Piemonte, e nominato assessore. Fino all’esplosione della vicenda giudiziaria oggi arrivata alla sentenza, per la quale Rosso è stato anche arrestato

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