È polemica nel Torinese dove due Comuni, Vigone (5mila abitanti) e Torre Pellice (4500 residenti) hanno bandito un concorso per due commissari dei vigili urbani. Tre le prove da sostenere: scritto, orale e idoneità fisica. Per affrontare la prova fisica, le candidate donne devono presentare un test di gravidanza negativo.
A raccontare il caso è il quotidiano La Stampa, che riporta le dichiarazioni di Loredana Cristino, dirigente sindacale nazionale del Csa polizia locale, secondo cui «chiedere a una candidata per un posto di vigili urbano il test di gravidanza è discriminatorio». La prova di idoneità fisica consiste in una corsa di mille metri da eseguire in 6 minuti e 30 per le donne, un minuto in meno per gli uomini.
Secondo la sindacalista «con la scusa della gravidanza vengono punite le donne che hanno scelto di avere i figli come se fosse una colpa».
Dello stesso avviso l’avvocato Vittorio Barosio, esperto di diritto amministrativo che, sempre dalle pagine de La Stampa, spiega: «Il bando non assegna agli aspiranti vigili funzioni tali da richiedere come requisito di ammissione al concorso una prova di efficienza fisica consistente nel poter correre mille metri e per di più è un tempo limitato. Mi pare quindi che la fissazione di questo requisito non sia legittima».
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