Sono stati tutti assolti perchè il fatto non sussiste. E’ la sentenza emessa dal giudice Ada Grignani al termine della camera di consiglio, per i 14 imputati: Pier Luigi Boschi ex vicepresidente di Banca, Alessandro Benocci, Rosanna Bonollo, Claudia Bugno, Daniele Cabiati (ultimo direttore generale della banca), Carlo Catanossi, l’ex vicedirettore Emanuele Cuccaro, Giovanni Grazzini, Alessandro Liberatori, Luigi Nannipieri, Luciano Nataloni, Anna Maria Nocentini Lapini, Claudio Salini e Ilaria Tosti.
Ai 14 imputati veniva contestato l’affidamento delle consulenze tra il giugno e l’ottobre nel 2014 che dovevano servire a valutare, analizzare e successivamente avviare il processo di fusione di Etruria con un altro istituto di credito di elevato standing, così come richiesto dalle autorità bancarie. In particolare c'era in ballo la fusione con la Banca Popolare di Vicenza, che poi non si concretizzò.
Presente in aula per la pubblica accusa, il procuratore capo Roberto Rossi. Solo due imputati hanno assistito in presenza alla lettura della sentenza, Luciano Nataloni e Daniele Cabiati (ultimo direttore generale della banca). "Quattordici imputati, due cda, un direttore generale e un vice direttore generale di Banca Etruria ancora una volta tutti assolti - afferma Luca Fanfani difensore di Emanuele Cuccaro - auspico che le novità previste dalla delega Cartabia, a partire dalla possibilità di celebrare processi solo a condizione che vi sia una 'ragionevole previsione di condannà contribuiscano ad evitare in futuro processi largamente inutili come questo».
"Una sentenza corretta - afferma Giovanna Corrias Lucente difensore di Claudio Salini - che ha saputo interpretare gli elementi di fatto e di diritto che governavano il processo. Le consulenze ritenute oggetto di bancarotta distrattiva, erano consulenze dovute e scelte da consiglio di amministrazione per ottemperare ad una decisione della Banca d’Italia».
Per le parti civili, unica replica quella dell’avvocato Lorenza Calvanese che le rappresentava, presenti in udienza gli ex risparmiatori Angelo Caramazza e Paola Cerini. "Vicende che hanno fatto disperare intere famiglie aretine e non solo - ha detto Calvanese - non hanno ancora un colpevole e soprattutto non è stata ancora accertata la verità».
Maria Elena Boschi: per mio padre finisce un calvario
«Oggi ho pianto. Avevo giurato a me stessa che non avrei mai pianto per Banca Etruria. Oggi l’ho fatto. E non ho paura di ammetterlo in pubblico. Ho pianto come una bambina, in ufficio, alla Camera. Ho pianto perchè mio padre è stato assolto dall’ultima accusa che gli veniva mossa su Banca Etruria. Con oggi si chiude un calvario lungo sette anni. E si chiude nell’unico modo possibile: con la certezza che mio padre era innocente». Lo scrive in un post su Facebook Maria Elena Boschi, presidente dei deputati di Italia Viva, commentando l’assoluzione del padre Pier Luigi. «La verità giudiziaria non cambia niente per me: ho sempre saputo che mio padre è stato attaccato sui media e non solo per colpire altri. Ma oggi la verità giudiziaria stabilisce ciò che io ho sempre saputo nel mio cuore: mio padre è innocente. E ora - aggiunge - lo sanno tutti, non solo la sua famiglia. Lo sa il popolo italiano, nel cui nome la sentenza è stata pronunciata. Lo sanno le Istituzioni di questo Paese che io ho servito con dignità e onore. Lo sanno gli avversari politici che mi hanno chiesto le dimissioni per reati che mio padre non aveva fatto. Lo sanno i talk - aggiunge - che hanno fatto intere trasmissioni contro di me e di noi e che non dedicheranno spazio a questa vicenda. Lo sanno gli odiatori che mi hanno insultato spesso con violenza verbale e frasi sessiste nel silenzio complice e imbarazzato di tanti». «Questa vicenda - sottolinea Boschi - ha segnato la mia vita e la mia carriera molto più di quanto uno possa pensare: ma le lacrime di oggi sono lacrime di gioia e di speranza. Perchè nessuno debba subire quello che ha subito la mia famiglia. Combatterò per una giustizia giusta. E ringrazio quei tanti magistrati che in ogni angolo del Paese fanno prevalere il diritto sull'ingiustizia. Grazie a chi mi è stato vicino. Ti voglio bene babbo», conclude.
Renzi: ora è chiaro che mostri non eravamo noi
«Oggi molti avversari politici, ospiti dei talk, odiatori, dovrebbero mettersi in fila e dire una cosa sola: scusa. Non lo faranno. Ma quello che è sempre più chiaro è che i mostri non eravamo noi. Un abbraccio a tutta la famiglia Boschi». Lo scrive Matteo Renzi in un post su Facebook, commentando l’assoluzione di Enzo Boschi, padre della capogruppo Iv alla Camera, nell’ultimo procedimento su Banca Etruria.
Caricamento commenti
Commenta la notizia