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Ragazzini bulli e maleducati, parroco chiude l'oratorio

Troppi episodi di maleducazione e il parroco chiude per un giorno l’oratorio. E’ accaduto a Cicognara, piccola frazione del comune di Viadana, in provincia di Mantova, dove don Andrea Spreafico ha deciso di mettere «un paletto, una barriera»

Troppi episodi di maleducazione e il parroco chiude per un giorno l’oratorio. E’ accaduto a Cicognara, piccola frazione del comune di Viadana, in provincia di Mantova, dove don Andrea Spreafico ha deciso di mettere «un paletto, una barriera», «un segnale di scossa dato a tutti, in seguito a una situazione di degrado diffuso, di uno stile che ha preso piede in maniera generalizzata». L’episodio - riportato dalla Gazzetta di Mantova e dal Corriere della Sera - giovedì scorso, quando sul cancello d’ingresso dell’oratorio è apparso un cartello per spiegare i motivi dello stop. «Troppe parole volgari, rifiuti buttati, sedie prese dal portico e abbandonate, persone che entrano in mutandoni e canottiera, comportamenti da bulli violenti» e altri motivi. Sul banco degli imputati, non solo i bambini ma anche i genitori e gli adulti che frequentano l’oratorio. «La chiusura generale capita raramente ed è una scossa che si vuole dare a tutti», spiega il sacerdote, che ha anche scritto un post su Facebook per spiegare le ragioni dello stop. Le attività dell’oratorio, che è il centro giovanile di riferimento per l’unità pastorale Beata vergine delle Grazie, ha già da ieri ripreso le attività nel rispetto delle regole. «Non si è trattato di una punizione» tiene a specificare don Andrea ma «un paletto, un argine innalzato, una barriera» che «aiuta non solo i più piccoli ad entrare in uno spazio altrui cambiando i propri atteggiamenti disordinati». La decisione era stata presa giovedì scorso e per comunicarla a tutti i frequentatori, don Spreafico aveva affisso sul cancello d’ingresso un cartello per spiegare i motivi della serrata: Il parroco nel suo post ha anche spiegato che esiste una gradazione dei provvedimenti disciplinari contro chi è maleducato, che riecheggia una metafora calcistica: «Abbiamo tre gradi: si va dal richiamo al cartellino giallo e a quello rosso. La chiusura generale capita più raramente ed è una scossa che si vuole dare a tutti».

Ecco i due post scritti dal parroco

18 giugno - "Riguardo al cartellone “disciplinare” appeso al nostro cancellino e alla enfasi mediatica nazionale che si è “guadagnato”… da una parte sono piacevolmente compiaciuto e dall’altra preoccupato.

Compiaciuto perché i temi educativi non fanno tendenza da parecchio tempo... ci riesce lo Sport, lo Spettacolo, il Pettegolezzo, lo Scandalo… ma non ce la fa un “normale atto educativo”.
Perché è di questo che si tratta. Ho letto di commenti che parlavano di un “prete arrabbiato che per punizione…” Macché punizione! Il prete può essere anche arrabbiato… ma non ha prodotto un atto per compensare la sua ferita d’orgoglio o semplicemente per “farla pagare”. Se così fosse, non sarebbe un vero prete e nemmeno un vero adulto.
Invece trattasi di un “paletto”, di un argine innalzato, di una barriera che “aiuta” il fiume ad arrivare al mare senza disperdersi in mille rivoli… Perché nessuno nasce capace di questa determinazione… e non basta il fai-da-te per crescere. Lo ”STOP” di un giorno (altre volte anche di qualche giorno) serve ai piccoli (e purtroppo devo dire che comincia a servire sempre di più anche ai grandi - piccoli ormai malcresciuti) per porsi una domanda fondamentale: per uscire dal mio spazio ed entrare in quello di un’altra persona o di una Comunità mi viene chiesto di cambiare qualcosa di me. Sono disposto a cambiare? Mi interessa di più RIMANERE dentro lo spazio altrui (rinunciando a qualcosa che mi viene detto essere inappropriato) oppure preferisco non perdere i miei atteggiamenti (disordinati) ma rimanere FUORI?
Di fronte a questa SCELTA ciascuno si interroga e di determina… e cresce, perché è nelle scelte e non nelle imposizioni che si cresce. L’educazione è tutta qui. In secondo luogo egli tornerà sul TEMA della decisione e si domanderà se il suo comportamento era così negativo, si confronterà con altri, chiederà spiegazioni… e crescerà in un altro modo ancora.
Il dramma di tanti educatori-mancati-di-oggi (genitori, nonni, insegnanti, allenatori, preti, adulti in genere) è l’incapacità di generare questi “fastidi”, perché di fastidi si tratta. Per evitarli si dice di SI a tutto (si chiama TOLLERANZA ed è il VELENO dell’educazione). Il ”Sì” è un cancello aperto… dopo esservi passato, te lo dimentichi; il “No” è un argine (cancello chiuso) e devi curarlo continuamente, perché l’acqua ci continua a sbattere contro.
Oltre che compiaciuto, d‘altro canto invece sono preoccupato… enfasi nazionale? Abbiamo fatto qualcosa di così strano e raro?
Comunque, per rispondere ad alcuni commenti che ho letto riguardo al “fallimento educativo della chiusura” vorrei precisare così: nel nostro Oratorio la disciplina è formalizzata secondo tre gradi e approfittando di una metafora calcistica:
- Quando l’atto maleducato/violento è pubblico, avvenuto in cortile e davanti a tutti, e non c’è quindi il pericolo di ledere la riservatezza, avviene il PRIMO RICHIAMO (al microfono e poi di persona). Normalmente la maggior parte dei casi si risolve così.
- Se invece non si risolve, assegniamo un bel “CARTELLINO GIALLO”: un foglio appeso in bacheca con l’elenco degli ammoniti, il motivo del richiamo… una specie di ultimatum. Rimane appeso per un mese. Vengono avvisati anche i genitori. Se il fatto si ripete da parte della stessa persona, rilasciamo il…
- CARTELLINO ROSSO: è l’espulsione dall’Oratorio (qualche giorno/settimana/mese, dipende). Per poter essere riammessi occorre comunque un colloquio con i genitori.
La CHIUSURA GENERALE invece capita più raramente ed è prevista nel caso si voglia dare un segnale di “scossa” a tutti, di solito in seguito ad una situazione di degrado diffuso, uno stile che ha preso piede in maniera generalizzata.
Ecco... Tutto qui! Se sembra strano, preoccupiamoci sul serio!!"
19 giugno -  "Un ultimo passaggio... Non siamo nelle condizioni “ambientali” migliori per approfondire riflessioni di carattere educativo: avremmo tanti altri problemi, come la siccità del nostro grande fiume, l’esagerata calura pre-estiva, l’inflazione rovente, gli equilibri europei posti sempre più sotto stress-test dalla guerra e dalla crisi energetica… però vorrei approfittare della “bolla” che si è generata attorno ad un “cancellino chiuso per un giorno” per proporre altri spunti. Ce ne sono tanti di cancellini chiusi in giro… ma quello era “dell’ORATORIO”… ed è per questo che si è generato uno spropositato clamore.

Allora adesso provo ad aprire “una finestra”…
L’Oratorio è pubblico o privato? DEVE restare aperto… DEVE accogliere tutti, DEVE fornire uno spazio nel quale i genitori si possano fidare ciecamente… DEVE… DEVE… Ma DEVE chi? Ma chi è? DI CHI è? Chi c’è dietro… o meglio dentro?
Il Sindaco, il Prete, il Vaticano… C’è tanta confusione a riguardo; e mentre i tanti bambini e famiglie di provenienza extraeuropea e frequentanti il nostro ambiente sono scusati per questa ambiguità, non possiamo dire altrettanto dei “cosiddetti” NOSTRI… perché se sono davvero “NOSTRI” non dovrebbero essere confusi riguardo a ciò che è “LORO”… e LORO non significa solo nella fruizione, ma anche nella gestione e nell’offerta educativa proposta…
L’Oratorio è l’ambiente educativo della Comunità Cristiana: nel nome c’è la sua missione: "luogo per (insegnare) la preghiera". Tante altre strutture educative sono state messe in piedi dalla Chiesa Cristiana Cattolica lungo i secoli… ma questa dell’Oratorio, malgrado sia abbastanza recente, è quella che ha avuto più diffusione e successo.
Non è un luogo pubblico, ma privato: talvolta “aperto al pubblico” oppure “chiuso al pubblico”. Il nostro Oratorio è un miracolo vivente: funziona grazie all’apporto di centinaia di volontari e della loro carità. Dietro alla sua costruzione, arredamento, certificazione, assicurazione, riscaldamento si vede un investimento ingente di risorse che provengono da qualcuno che proprio ci crede nella sua missione: a partire dall’offerta fatta in chiesa ogni santa Domenica, fino ai lasciti di persone andate in Cielo… l’Oratorio è la testimonianza vivente che anche nei paesi più piccoli ci sono persone generose. Per il nostro, che serve 3 parrocchie rivierasche, abbiamo speso in questi ultimi 9 anni circa 400.000€ - e non per costruirlo, bensì solo per metterlo in ordine… Quale altra associazione investe a fondo “perduto” una somma del genere per la gioventù?
Le offerte delle persone sono sacre: perché sono frutto di rinunce, fiduce, speranze. Aggiungiamo poi che alcuni dei nostri oratori hanno beneficiato di fondi pubblici, come del fondo 8xmille. Nella nostra diocesi ci sono Oratori bellissimi (e frequentatissimi come quello di Castelleone CR) che hanno ricevuto parecchio dall’8xmille alla Chiesa Cattolica: anche queste sono risorse “sacre”, che vanno spese al meglio e per il bene delle comunità di fede ammesse alla raccolta delle firme. La nostra Chiesa è destinataria di una fiducia altissima: si tratta di più del 70% dei 20 milioni di contribuenti che firmano (nessun politico ha il 70% di gradimento in Italia e agli ultimi referendum hanno votato molto meno di 20 milioni di Italiani…).
Significa che la Chiesa, malgrado sia fatta di PERSONE in carne ed ossa come noi, pur pagando gli errori di pochi, sta nella maggior parte dei casi facendo un grande bene… e la gente, anche quella che in Chiesa non ci va più dalla Cresima, lo sa, e firma per lei.
Accanto agli aspetti gestionali ed economici l’Oratorio è soprattutto un capitale UMANO di relazioni, un tesoro a disposizione, un’oasi di acqua fresca: sportive, doposcuola, centri estivi, sostegno scolastico, musica, insieme alla sua originaria missione di insegnare ai più piccoli chi è Gesù Cristo… e tutto questo avviene nel suo nome - sia che lo si conosca, sia che no.
Insomma: c’è dietro una comunità viva, fatta di persone attempate che incontrano i più giovani, in uno scambio intergenerazionale di prim’ordine: rovinarne gli ambienti, deturparne il clima educativo, è “schiaffeggiare” la Comunità, è sputare in faccia alle persone che ci continuano a credere, a regalare turni di baristi, di pulizie, di giardinaggio, di catechesi, di accostamento educativo…
Ecco perché NON basta averlo costruito… NON basta averlo aperto quel cancellino… occorre che dietro ci sia uno “STAFF” di educatori forte… non nella disciplina coercitiva (che si attiva come la Polizia nei casi di emergenza) ma nell’offerta feriale di esperienze e relazioni sane e mature.
Quindi è dei cristiani, nella titolarità, nell’allestimento, nella gestione e aperto a tutti nella fruizione.
E siccome non si può far parte di una famiglia solo quando si distribuiscono i regali di Natale o si ha bisogno di qualcosa… se siamo battezzati e se continuiamo a battezzare i nostri piccoli… allora l’Oratorio è anche nostro: in tutti i sensi.
Cari genitori e nonni che avete plaudito alla chiusura per un giorno del nostro cancellino… spero tanto che vi domandiate, se dietro quel cancellino ci siete anche voi, nel vostro Oratorio, a dare una mano: nel cristianesimo le fatiche si portano insieme, non si buttano sulle spalle altrui. O ce ne facciamo carico tutti di questa mai finita missione educativa, fuori e dentro i nostri Oratori… oppure smettiamo di battezzare i piccoli e di bearci del nome di “Cristiani”, perché il nostro Maestro si vergognerebbe di noi.
Vi aspetto… superatelo il cancellino: è aperto!".

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