Lunedì 23 Dicembre 2024

Assist M5S, imboscata di Lega e Forza Italia: ecco come è caduto Draghi. Tocca a Mattarella

Trappola per Draghi. Il marasma provocato dal Movimento 5 Stelle ha offerto l’alibi al Lega e Forza Italia per alzare il tiro contro il Premier e con la scusa dell’inaffidabilità dei grillini, autoesclusisi dalla maggioranza, reclamare un nuovo esecutivo sempre a guida Draghi. Duplice l'obiettivo dei leghisti e di Forza Italia, tenere in ostaggio il nuovo Governo o ottenere le elezioni anticipate e puntare ad una nuova maggioranza di centrodestra al voto d’autunno. La trappola è scattata quando Draghi, nelle dichiarazioni al Senato ha posto precise priorità per portare a termine le riforme essenziali per il completamento del Pnrr e modernizzare l’Italia. Il riferimento alle liberalizzazioni, in particolare dei taxi e delle concessioni balneari, è stato preso a pretesto per un’intervento durissimo del capogruppo a Palazzo Madama della Lega, Romeo, che ha posto delle precise condizioni al Presidente del Consiglio. A cominciare da un nuovo esecutivo con altri ministri. Condizioni formalizzate in una risoluzione presentata al Senato e anticipata da Berlusconi al Presidente della Repubblica Mattarella e allo spesso Premier Draghi. Così cavalcando la rottura della maggioranza provocata da Giuseppe Conte e dai 5 Stelle e anzi tentando di addossare ai grillini la responsabilità della crisi, Matteo Salvini e Silvio Berlusconi hanno alzato un muro attorno al Governo . E quando il Premier ha posto la fiducia sull'altra risoluzione, di Pierferdinando Casini che approvava le comunicazioni del Governo, tanto la Lega che Forza Italie e i 5 Stelle hanno deciso di non partecipare alla votazione, sfiduciando di fatto ma non formalmente l’esecutivo del quale fanno parte. A meno di ulteriori colpi di scena, comunque si concluda il voto di fiducia del Senato, nominalmente favorevole al Governo con 95 voti a favore, 38 contrari su 133 votanti, l’epilogo della drammatica giornata parlamentare che segna uno dei passaggi più difficili e cruciali della recente storia politica italiana si concluderà con le dimissioni che Mario Draghi domani dovrebbe presentare al Capo dello Stato (Draghi non andrà stasera da Mattarella). Al Quirinale torna così il bandolo della matassa della crisi innescata giovedì 14 luglio dai grillini e utilizzata dal centrodestra di governo per destabilizzare la maggioranza e puntare alle elezioni anticipate.

Due ipotesi

E' presumibile che il Presidente Mattarella voglia prendersi delle ore di riflessione prima di decidere domattina che iniziative assumere. Ma gli scenari sono circoscritti praticamente a due prospettive, consultazioni lampo con i Presidenti di Camera e Senato per valutare quali e quante forze politiche vogliono lo scioglimento anticipato del Parlamento e ulteriore tentativo di avviare la formazione di un governo d’emergenza per varare la legge di bilancio ed evitare la deriva economica e sociale del Paese in un momento così delicato per la situazione internazionale, la crisi energetica e il perdurare dell’emergenza sanitaria. La prima data utile per le elezioni è quella del 2 ottobre, mese che coincide con centenario dell’anniversario della marcia fascista su Roma. Corsi e ricorsi storici che tormentano da generazioni il Paese.

leggi l'articolo completo