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No vax escluso da trapianto al polmone: "Ha idee paranoiche"

Già ad aprile l’uomo aveva chiesto di ricevere per il trapianto «il polmone di un uomo non vaccinato

ROMA (ITALPRESS) – Un piccolo cuore di 60 grammi ha salvato la vita di un bimbo ricoverato da mesi al Bambino Gesù. E’ il primo trapianto in Italia in cui è stato utilizzato – a livello pediatrico – un innovativo sistema di trasporto del cuore a temperatura controllata. Il sistema garantisce una temperatura costante dell’organo

Un bellunese di 55 anni affetto da una grave malattia ai polmoni è stato escluso dalla lista dei candidati al trapianto d’organo perchè ritenuto "non idoneo" dall’equipe medica, in virtù delle sue «idee paranoiche» sul Covid.

I medici dell’ospedale di Padova, alla luce «delle sue convinzioni cospirazioniste sul vaccino» hanno temuto - riferisce il Corriere delle Alpi - «che il paziente potesse non aderire alle terapie necessarie a rendere efficace il trapianto». L’uomo non ha mai accettato il vaccino anti-Covid, perchè sarebbe 'sperimentalè. Ma il Covid 19 è una malattia che colpisce proprio questi organi ed eseguire un trapianto di polmone su un non vaccinato, che ha molte più possibilità di morte rispetto a un immunizzato, significa per i medici «mettere a repentaglio la vita del paziente e il buon utilizzo dell’organo donato!.

Il 55enne, residente a Feltre, è affetto da una grave malattia polmonare contratta sul lavoro. Del suo caso - non già dell’esclusione dalla lista - si era già parlato ad aprile quando l’uomo chiese di ricevere per il trapianto «il polmone di un uomo non vaccinato».

In Parlamento sono arrivate intanto due interrogazioni parlamentari, con le quali i deputati Marcello Gemmato (Fdi), e Francesco Sapia (Alternativa) hanno chiesto al ministro Speranza di conoscere quali siano gli elementi oggettivi sui quali si basa il parere dei vertici sanitari

Quanto alla posizione dell’ospedale, il prof. Federico Rea, direttore della Chirurgia Toracica dell’azienda patavina, ha precisato che «non vi è alcuna motivazione ideologica dietro alla scelta di non procedere all’immediato inserimento del paziente», bensì «una scrupolosa analisi da parte di numerosi professionisti medico-clinici e psichiatrici, al fine di valutare con estremo rigore ed etica deontologica l’appropriatezza del trapianto nel caso specifico». «Le evidenze - spiega l’ospedale di Padova - hanno messo in luce come l’appropriatezza del trapianto non potesse indicare il paziente fra i soggetti da inserire nella lista, lista composta in Italia da oltre 350 pazienti all’anno, dei quali meno di 150 vede soddisfatta la possibilità di completare il trapianto, per una palese mancanza di organi e donatori sufficienti a fabbisogno». La scelta della commissione valutatrice ha quindi tutelato il dovere di garantire che gli scarsi organi a disposizione «possano trovare i riceventi che per caratteristiche di urgenza e di esito previsto possano evitare la dispersione di risorse così preziose».

La mancata adesione alla vaccinazione Covid-19, così come l'iniziale pretesa dell’uomo di ricevere un organo solo da donatore non vaccinato, «poca o nessuna attinenza hanno quindi con le scelte correttamente effettuate dal prof. Rea e dai medici valutatori, che hanno preso in considerazione fattori ben più ampi, fra i quali la corretta aderenza e completamento delle terapie farmacologiche ed altri». Al fine di fugare ogni possibile dubbio o illazione sui trapianti anche in persone non vaccinate, l’azienda ricorda che "sono correntemente trapiantati questi pazienti non vaccinati: 4 pazienti con trapianto di rene, 3 pazienti con trapianto di polmone (intervento similare a quello preteso dal paziente), 1 trapianto di fegato, 1 trapianto di cuore».

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