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Carfagna e Gelmini debuttano con Calenda: "Ora in partito che non trama con Russia"

Mariastella Gelmini e Mara Carfagna hanno pubblicamente ufficializzato l’adesione ad Azione, il partito di Carlo Calenda, facendo anche capire di voler fare una campagna elettorale all’attacco del loro precedente partito, non risparmiando accuse feroci sulla caduta del governo Draghi e sulle «ambiguità» nei confronti della Russia. Ora Azione e +Europa, con il loro «patto repubblicano» dovranno sciogliere il nodo di una eventuale alleanza con il Pd, mentre Calenda ha chiuso la porta a Giovanni Toti sostenendo che il governatore ligure abbia già un accordo con il centrodestra. In una conferenza stampa assieme alle due ministre (con in sala diversi parlamentari ex fi), Calenda ha annunciato la realizzazione del suo sogno: un partito in cui «lavorano insieme socialdemocratici, liberali e popolari, come accade in Europa». In Azione ci sono già parlamentari provenienti dal Pd (Matteo Richetti), e da fi (Enrico Costa), ma con le due ministre, il "partito Ursula» è realizzato in pieno.

Un partito - scandisce Calenda - che vuole far dimenticare agli italiani e all’estero quanto accaduto il 20 luglio, quando «è stato mandato a casa il governo guidato dall’italiano più illustre del mondo», un fatto "inspiegabile». La data del no di Lega e Fi alla fiducia a Draghi, hanno detto Gelmini e Carfagna, segna una cesura non solo nella loro storia personale, ma nel sistema politico. Carfagna per una frazione di secondo è apparsa ancora attonita ripensando a quel giorno, ed ha parlato di «enormità della scelta a cui sono stata costretta», dopo vent'anni di militanza negli «azzurri». «Dopo il 20 luglio il mondo è cambiato» ha insistito, tanto da non scandalizzarsi per un eventuale alleanza di azione col Pd. «Dopo il 20 luglio - ha rincarato Gelmini - è nato un bipolarismo nuovo, tra chi sostiene Meloni e chi sostiene Draghi», e quindi tra quanti si sono assunti la responsabilità delle riforme messe in campo dal governo, e Lega e Fi ridottisi a semplici alfieri dell’ascesa di Meloni a palazzo Chigi (verso la quale Gelmini ha espresso «rispetto").

«Sono straconvinta del mio nuovo percorso - ha detto ancora il ministro per gli Affari Regionali - Fi e Lega hanno voltato le spalle agli italiani». Entrambe hanno concordato poi sul fatto che il manifesto di Azione ricorda la Forza Italia del 1994, «i suoi valori e il suo spirito». Sono forse queste parole, più ancora delle altre accuse, ad aver suscitato rabbia in tutta Forza Italia, dai massimi vertici fino ai parlamentari ora spaventati per una campagna elettorale che falcidierà i seggi degli azzurri (visto il taglio del numero di deputati e senatori) e in cui Gelmini e Carfagna (la prima nel bresciano, la seconda a Salerno) potrebbero sottrarre voti facendoli transitare ad Azione. «La verità è che loro per interessi personali hanno tradito Fi», ha detto il capogruppo Paolo Barelli. duro anche Antonio Tajani: «ambiguità sulla Russia? quali ambiguità? c'è una notizia falsa, strumentalizzata per giustificare un tradimento dell’elettorato». Per quanto riguarda le alleanze Calenda ha spiegato che Azione sta valutando se sia più conveniente (per ottenere più seggi «e fermare le destre") correre da soli, e andar quindi meglio nel proporzionale, oppure fare una «alleanza tecnica» con il Pd che consenta di strappare insieme ai Dem più uninominali al centrodestra. L’obiettivo infatti è riaprire i giochi della campagna elettorale: «la destra vince? ma de chè!», risponde in romanesco Calenda promettendo che «la combatteremo metro per metro, la rimanderemo nella bolgia degli irresponsabili». In ogni caso la scelta verrà fatta assieme a Carfagna, Gelmini e Bonino, in una squadra a quattro punte non più due. Nel frattempo continua il pressing di Dem sul leader di Azione affinché sciolga le sue riserve. E se Azione è sotto i riflettori, nell’area cosiddetta di centro si registrano i movimenti di Giovanni Toti. Il presidente della Liguria, che la prossima settimana scoprirà le carte in merito alle alleanze, ha presentato un programma in 12 punti su cui aprire un dialogo con altri partiti. un invito che però Calenda rispedisce subito al mittente sostenendo che il governatore ligure «ha già un accordo con il centrodestra». Una fase, questa, di grande tatticismo, anche da parte di iv, in cui ognuno attende le mosse dell’altro, fase che probabilmente si risolverà dopo la fine della prossima settimana. (ANSA).

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