
E' ora di pranzo, i militari del Nucleo Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Lucera, in turno pomeridiano, si recano presso un esercizio pubblico per consumare il pasto prima di intraprendere il servizio; il "primo ordinario" si chiama nell'Arma sin dalla sua fondazione ed indica un pranzo fugace, essenziale, con la radio portatile sempre vicina. Perché la Centrale Operativa può chiamare da un momento all'altro ed allora, si interrompe tutto, si prende e si parte immediatamente.
I due militari - capo equipaggio ed autista, brigadiere capo ed appuntato scelto qualifica speciale - hanno quasi terminato e la loro attenzione viene attratta da un tavolo non molto lontano dal loro, dove un uomo con amorevole cura aiuta nel pranzo i suoi anziani genitori, seduti accanto a lui, imboccandoli. Quello che all'improvviso desta l'attenzione dei militari è un rantolo che si fa sempre più forte e aspro, che parte dall'anziano padre. I due militari lo sentono tossire in maniera convulsa, lo guardano diventare piano piano cianotico e non perdono un istante; capiscono che l'uomo sta avendo una crisi respiratoria, probabilmente per un boccone finito di traverso e si precipitano verso di lui.
L'autista comprende che è proprio così: qualcosa sta occludendo le vie respiratorie dell'anziano che rantola sempre di più ed inizia quasi a perdere i sensi e subito il capo equipaggio si posiziona dapprima lateralmente all'uomo, piegandogli il busto in avanti e "assestando" alcuni colpi a mano aperta sulla schiena all'altezza delle scapole, per poi cingerlo da dietro con un abbraccio energico, generando una compressione del torace, con una mano serrata a pugno sul diaframma ed un'altra che copre il pugno spingendo verso l'interno e verso l'alto.
E la manovra di "Heimlich" che lui da carabiniere e addetto al pronto intervento, ha imparato anni addietro e mai dimenticato. Alla fine il bolo che stava per risultare fatale all'anziano, dopo diversi tentativi, viene espulso con un forte colpo di tosse e Mario, questo il nome dell'83enne, riesce piano piano a riaversi, a riprendere respiro regolare e il suo originario colorito. Gli attimi di panico e la tensione che era calata sul ristorante si sciolgono in un applauso liberatorio.
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