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Abusi per realizzare a Otranto il lido dei vip Twiga: tre condanne "eccellenti"

L’inchiesta giudiziaria nata dalla realizzazione del Twiga di Flavio Briatore a Otranto in provincia di Lecce, approda oggi a condanne eccellenti per abuso d’ufficio, falso ideologico, violazioni delle norme a tutela del territorio.

Immagine di repertorio

L’inchiesta giudiziaria nata dalla realizzazione del Twiga a Otranto in provincia di Lecce, approda oggi a condanne eccellenti per abuso d’ufficio, falso ideologico, violazioni delle norme a tutela del territorio. Flavio Briatore aveva inizialmente legato il proprio marchio al lido, salvo poi revocarlo alla luce dell’inchiesta penale.

Tre anni e tre mesi di reclusione per l’imprenditore Raffaele De Santis, 75 anni, di Otranto committente dei lavori; quattro anni a Emanuele Maggiulli dirigente comunale dell’area tecnica dell’epoca; tre anni e nove mesi per Pierpaolo Cariddi, 55 anni, sindaco di Otranto. Lo stabilimento balneare non ha mai visto la luce poiché nel 2017 la procura della Repubblica di Lecce sequestrò l’area in cui sarebbe dovuto sorgere.

L’imprenditore avrebbe realizzato un lido di lusso con un indotto almeno 500 dipendenti ma l’affare sfumò. Non è sfumata invece l’inchiesta che ha coinvolto imprenditori e amministratori locali. Secondo la procura, fu favorito il progetto della società Cerra di Raffaele de Santis, imprenditore presidente di Federalberghi, le proprietaria del terreno su cui sarebbe dovuto sorgere il Twiga. Inoltre sarebbero state gestite su misura le concessioni per costruire una struttura dotata di ogni servizio in un luogo in cui, secondo il piano regolatore, ci sarebbe potuto essere solo un chiosco bar. Oggi il processo in primo grado in aula bunker a Lecce, con la lunga requisitoria del pubblico ministero, Alessandro Prontera.

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