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Il processo a Ciro Grillo tra conferme e contraddizioni. La testimonianza della madre

Per l’avvocato di "Silvia", il fatto che la madre di Ciro Grillo non abbia sentito nulla quella notte «è ininfluente perchè nessuno ha mai parlato di urla o di grida».

Parvin Tadjk, moglie di Beppe Grillo e mamma di Ciro

«Ogni volta è una ferita che brucia», aveva dichiarato Romano, il legale di parte civile, all’ingresso in tribunale. «I ricordi della nostra assistita sono vivi. In questo Paese è difficile fare denunce di violenza sessuale proprio perchè nei processi lunghi il dolore di chi denuncia è prolungato nel tempo, con tutte le componenti di vittimizzazione secondaria».
Per l’avvocato di "Silvia", il fatto che la madre di Ciro Grillo non abbia sentito nulla quella notte «è ininfluente perchè nessuno ha mai parlato di urla o di grida».
«Gli imputati hanno vissuto male questo tempo», hanno riferito i legali dei ragazzi. «Francesco è provato e in ansia», ha aggiunto Gennaro Velle, l’avvocato che difende Corsiglia, dichiaratosi sempre innocente.

Non sembra aver apportato novità neanche la testimonianza dei due farmacisti, dai quali la ragazza che ha denunciato lo stupro avrebbe acquistato la pillola del giorno dopo, proprio il giorno successivo al presunto stupro. Nessun nuovo elemento sarebbe emerso neanche dai racconti dei dipendenti e gestori del bar di fronte alla discoteca Billionaire dove la giovane si sarebbe recata in compagnia di uno dei ragazzi ad acquistare le sigarette la notte in cui si sarebbe consumata la violenza. «Ci hanno chiesto se ricordavamo di quei ragazzi, ma è impossibile dopo due anni», ha confermato ai cronisti Ivano Carta, uno dei soci del "Caffè degli artisti" dopo la testimonianza in tribunale. «Ci avevano mostrato della fotografie, ma non abbiamo riconosciuto i ragazzi. Dai carabinieri siamo stati contattati dai carabinieri ad aprile 2021».

LA TESTIMONIANZA DELLA MADRE DI CIRO

«La signora Grillo, così come tutti gli altri testimoni, anche quelli che sono stati sentiti le volte precedenti, ha raccontato di non aver sentito niente. Né lei né le persone che abitavano nella sua casa», ha riferito l’avvocata Cuccureddu. Parvin Tadjk ha descritto una giornata «assolutamente normale», il giorno dopo i presunti abusi avvenuti in una casa del Pevero. Lo stesso ha fatto la colf della famiglia Grillo.

Proseguirà il prossimo 19 ottobre davanti al tribunale di Tempio Pausania il processo, a porte chiuse, a Ciro Grillo, il figlio del fondatore del M5S, accusato di uno stupro di gruppo, assieme a tre suoi amici; i fatti contestati risalgono alla notte fra il 16 e il 17 luglio 2019 in Sardegna, in un appartamento del Pevero in Costa Smeralda. Nell’udienza di stamane, la quarta, ha testimoniato per un’ora la madre di Ciro, Parvin Tadjk, che dormiva in una casa accanto a quella dove si sarebbero consumati i presunti abusi denunciati da una giovane italonorvegese e da una sua amica.

La donna, che ha attraversato il capannello di cronisti e telecamere senza rilasciare alcuna dichiarazione nè prima nè dopo l’udienza, ha confermato quanto già agli atti: non ha sentito niente quella notte. Ma l’avvocato di parte civile, Dario Romano, che difende la presunta vittima assieme a Giulia Bongiorno, ha riferito che dalle testimonianze di oggi, non solo da quella di Tadjk, sono emerse «forti contraddizioni» e di averle contestate, anche con atti documentali.
«Il fatto che i testimoni sentiti oggi non abbiano sentito nulla, lo ripetiamo spesso, non ha alcuna rilevanza», ha aggiunto Romano, dopo l’udienza. «Non stiamo parlando di uno stupro avvenuto per strada, ma di una persona che non era neanche nelle condizioni di urlare».

Secondo la procura, Silvia (nome di fantasia) la sua amica milanese Roberta (altro nome di fantasia), hanno subito abusi sessuali, di cui sono accusati Ciro Grillo, Francesco Corsiglia, Edoardo Capitta e Vittorio Lauria. Sul banco dei testimoni stamane hanno deposto, oltre alla madre di Ciro e moglie del fondatore del M5S Beppe, l’amica Maria Cristina Stasia e la governante della famiglia Grillo, Rosa Marilù Avila Jimenez, che quella notte alloggiavano nello stesso appartamento della mamma di Ciro Grillo.

LA RAGAZZA IN ACCAPPATOIO

«Una delle signore partiva molto presto la mattina e alle 6 e mezzo è uscita di casa», ha riferito l’avvocata Antonella Cuccureddu, che difende Corsiglia, sintetizzando una delle testimonianze. «Ha detto di essere passata davanti alla veranda dove c'era una delle ragazze con un accappatoio e un asciugamano sulla testa e che aveva le gambe sul tavolo. Hanno incrociato gli sguardi ed era tranquilla. Stava là, non le ha chiesto aiuto».

Cuccureddu ha fatto rilevare che se la madre di Ciro avesse sentito rumori provenienti dall’appartamento dei presunti abusi sarebbe senz'altro intervenuta, come in circostanze in cui il figlio e gli amici avevano causato rumori molesti. «Stiamo parlando di un abuso», ha precisato la legale della difesa, «che è stato descritto con urla, spinte, ribellione eccetera». «Nessuno ha sentito richieste d’aiuto nè da dentro casa nè da fuori nè urla nè cose che cadevano nè rumori di nessun genere», ha precisato l’avvocata della difesa».

«E' stato detto da molti testimoni che la signora Grillo, in un paio di occasioni, era intervenuta per richiamare i ragazzi perchè avevano la musica troppo alta o perchè facevano rumore giocando a pallone», ha aggiunto Cuccureddu. «Inoltre, la finestra dell’appartamento dove si sarebbe consumata la violenza sessuale «era aperta, l’hanno confermato tutti», ha aggiunto la legale di Corsiglia in riferimento alle due abitazioni confinanti, quella dove dormiva la madre di Ciro e quella dove stavano i quattro giovani. «Loro erano in camere divise da un muro e quando i ragazzi rientravano bussavano per segnalare che erano rientrati. La colf ha detto di averli visti la mattina: due ragazzi le hanno detto che accompagnavano le ragazze e che poi sarebbero tornati a pranzo. Poi hanno pranzato tutti assieme. E’ stata una giornata assolutamente normale per quello che potevano ricordare. Non ne ricordavano tutti i dettagli, dato che non era una giornata particolare».

«La signora Grillo era assolutamente tranquilla e serena», ha aggiunto l’avvocata Cuccureddu, «ha risposto col massimo della lucidità e serenità, raccontando fatti di assoluta normalità, la gestione dei ragazzi, la vita che facevano assieme a lei. Era stata lei ad accompagnarli al Billionaire, lei sapeva con chi andavano e sapeva che il suo figlio maggiore lavorava al Billionaire e che comqune era in un ambiente controllato», ha aggiunto Cuccureddu, in riferimento al locale in cui Ciro Grillo e gli amici erano entrati in contatto con le due ragazzi che poi li hanno denunciati. «Erano gli stessi ragazzi a chiederlo, di stare in ambienti che conoscevano».
La colf della famiglia Grillo ha confermato in tribunale di aver visto uscire di casa, attorno alle 14, le ragazze nel primo pomeriggio con Francesco Corsiglia e con Ciro Grillo «che le hanno accompagnate». I testimoni, hanno riferito i legali della difesa, hanno sostanzialmente confermato quanto già traspare dagli atti. La colf ha raccontato di aver visto la mattina dopo il presunto stupro una ragazza nel patio della casa, con un turbante in testa che fumava una sigaretta.

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