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Neonato abbandonato trovato da un carabiniere: emozione paragonabile alla nascita di un figlio

Un’emozione paragonabile «alla nascita di un figlio». E’ commosso il carabiniere che ha guidato le fasi del ritrovamento e del salvataggio, il 4 ottobre, del neonato abbandonato nelle campagne di Paceco, in provincia di Trapani. Al piccolo è stato dato il doppio nome di Francesco Alberto: quello del santo del giorno del ritrovamento e quello del suo salvatore, Alberto Marino. «Il bimbo - dice il carabiniere al Gr1 - è in terapia intensiva e sta benissimo. Pesa tre chili, è lungo 50 centimentri ed è bellissimo. E’ una grande emozione, alla pari della nascita di un figlio».
Il bambino è stato trovato da un contadino che ha chiamato il 118. Ha raccontato di avere sentito un lamento, un pianto, e di avere visto con sgomento la testolina che usciva dalla busta di plastica. «Poi abbiamo scortato l’ambulanza in ospedale», aggiunge Alberto Marino, il quale spiega «che sono ancora in corso le indagini». Forse il piccolo è stato partorito in casa e poi abbandonato... solo ipotesi al momento. «Andrò a trovarlo - promette - anche i miei tre bambini hanno espresso la volontà di conoscere Francesco Alberto. Adesso spero che qualcuno se ne prenda cura e che possa vivere in modo sereno per tutto il resto della sua vita».

Tribunale e procura: tenere massimo riserbo

«Gli operatori sociali e i soggetti istituzionali coinvolti nella vicienda mantengano il massimo riserbo sul caso, operando nel rigoroso rispetto delle specifiche attribuzioni». Lo chiedono la presidente facente funzioni del Tribunale per i minorenni di Palermo, Flora Randazzo, e il procuratore per i minorenni, Claudia Caramanna, in merito al caso del neonato abbandonato e ritrovato a Paceco (Trapani). «I dirigenti giudiziari del Tribunale per i minorenni e della procura - scrivono in una nota - in riferimento alle notizie apparse sugli organi di informazione nazionali e locali, e alla conseguente attenzione mediatica indirizzatasi sulla vicenda, rappresentano che compete unicamente al procuratore della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni di Palermo determinarsi in merito alle richieste inoltrate al tribunale, al qual compete di assumere le conseguenti decisioni. Si auspica che gli operatori sociali e i soggetti istituzionali coinvolti nella vicenda mantengano il massimo riserbo sul caso, operando nel rigoroso rispetto delle specifiche attribuzioni».

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